BERGAMO – Nella cassaforte nell’abitazione di Cristiano Doni gli investigatori hanno sequestrato un computer portatile che l’ex capitano dell’Atalanta arrestato oggi aveva negato di possedere; gli inquirenti sperano ora di trovare sul pc ulteriori elementi che possano confermare le tesi accusatorie: non e’ escluso infatti che proprio li’ dentro Doni possa avere conservato tracce dei contatti con gli altri indagati o con personaggi ancora non apparsi nell’inchiesta.
Nel frattempo, gli investigatori della polizia sono ancora alla ricerca della scheda telefonica romena utilizzata dal calciatore, secondo l’accusa, in modo sicuro con i suoi contatti nell’organizzazione: il giocatore potrebbe averla fatta sparire o averla passata ad altri.
Bergamo e’ rimasta stordita dalla notizia dell’arresto di Doni: lo choc e’ stato fortissimo. La gran parte dei tifosi sui forum continua a difendere il capitano ma c’e’ anche chi si dice tradito, e invita la societa’ a prenderne le distanze. L’Atalanta per il momento tace: nessun comunicato ufficiale in vista.
La botta e’ stata terribile e si sta cercando di riassorbirla in qualche modo: Doni oggi era atteso come ogni giorno al campo per allenarsi, saperlo chiuso in un carcere e’ un pensiero pesantissimo che grava sulla squadra. Sara’ dura preparare mentalmente la sfida di mercoledi’ con il Cesena. A Zingonia oggi non si sono visti tifosi, anche perche’ era gia’ previsto che la squadra di Colantuono si allenasse a porte chiuse, come d’abitudine nei due giorni precedenti la partita. E’ stata pero’ annullata la consueta conferenza stampa in cui avrebbe dovuto parlare un giocatore: impossibile per i cronisti entrare nel centro sportivo.
Grande imbarazzo anche sul fronte politico. Tre anni fa, di questi tempi, la vecchia amministrazione comunale consegnava a Cristiano Doni la benemerenza civica per il lustro dato alla citta’ con le sue imprese sul campo. Fu proprio l’attuale sindaco Franco Tentorio, allora consigliere, a proporre l’onorificenza insieme Daniele Belotti ora assessore regionale al Territorio. Appresa la notizia dell’arresto, Tentorio si e’ detto ”sorpreso e dispiaciuto per l’uomo e per l’ambiente sportivo bergamasco”.
Daniele Belotti, che in giugno partecipo’ anche alla marcia in difesa di Doni e dell’Atalanta, conserva il garantismo della prima ora: ”Non volto le spalle al capitano finche’ non saranno dimostrate in modo concreto le sue responsabilita’. Mi auguro che stavolta le prove ci siano davvero”. Spiazzato il segretario regionale della Cisl Gigi Petteni: sei mesi fa, microfono alla mano, aveva espresso fiducia in Doni e nella societa’ davanti ai tifosi. ”Certamente c’e’ sconcerto tra chi va allo stadio con passione – dice Petteni – Ma e’ presto per dire qualcosa”.
Ora la preoccupazione piu’ grande riguarda l’eventualita’ di subire nuove sanzioni dalla giustizia sportiva. E pensare che l’Atalanta era in attesa di uno sconto: la pronuncia del Tnas sul ricorso contro i sei punti di penalita’ e’ attesa per gennaio.
Stesso discorso per Doni, che aveva chiesto una riduzione della squalifica di 3 anni e mezzo. Il suo avvocato Salvatore Pino non ha voluto rilasciare commenti, riservandosi di leggere il testo dell’ordinanza di custodia cautelare. La situazione e’ precipitata all’improvviso, sorprendendo anche lui come tutti. Per l’Atalanta, e per i suoi tifosi, questo e’ forse il giorno piu’ difficile della sua storia ultracentenaria.
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