ROMA – Carlo Sibilia, deputato del Movimento 5 Stelle, parla dei “paracadutati“ del Pd in Parlamento e a Montecitorio si scatena la bagarre: urla e quasi rissa.
La scintilla che scatena la ‘rissa’ finale è un intervento del grillino Carlo Sibilia, che accusa il Pd di essere un partito di “capibastone”. E fa “qualche nome dei paracadutati in Parlamento: Franceschini, guarda caso un Ministro; la Kyenge, guarda caso un altro Ministro; e poi il poeta, il simpatico umorista Bressa (che poco prima aveva attaccato il M5s citando ‘Il buio oltre la siepe’, ndr), anche lui un nominato, paracadutato in Parlamento”.
Alle parole di Sibilia si leva un mormorio dai banchi Pd, ma prende la parola il deputato di Sel Nazareno Pilozzi, che critica la posizione dei 5 Stelle contro la disciplina per legge degli statuti dei partiti e attacca Sibilia: “Leggo su Wikipedia che l’onorevole Sibilia, candidato alle parlamentarie del 2013, ottiene 113 preferenze! Non accetto le sue accuse! Qui bisogna rispettare tutti!”.
Applausi a scena aperta di Sel, Pd e Sc. Qualcuno, all’indirizzo di Sibilia, urla ‘scemo, scemo’. Ma la risposta dei grillini non si fa attendere: “Il mio intervento durerà pochissimi secondi, perché questo è il tempo degno per rispondere a un 2% in Parlamento (Sel) – dice Sibilia – Io vado anche orgoglioso di quei 113 voti. Perché non ne ho comprato neanche uno”.
Replica per il Pd Pina Picierno, che elenca una serie di casi di parenti eletti tra le fila del M5S e accusa: “Siamo di fronte ad una vera e propria parentopoli e lezioni da chi fa parentopoli noi non le accettiamo”. Poi, a microfono spento, le telecamere immortalano uscire dalle labbra di Picierno uno spazientito ‘vaffa…’..