ROMA – Il “caso” dei cartelloni pubblicitari selvaggi che deturpano Roma e le sue periferie, dopo essere diventato da anni un caso cittadino e nazionale, sbarca all’estero.
Dopo l’articolo del Guardian pubblicato il 26 dicembre dal titolo “billboards jungle”, a mettere in piazza su scala europea lo scandalo cartellone selvaggio è France 2, il secondo canale della tv pubblica francese. France 2 dedica infatti un dettagliato servizio all’ “affaire panneaux pubblicitarie” che sta scuotendo la giunta capitolina con una serie di denunce penali.
Il servizio ha il titolo emblematico “La pub qui tue” (“la pubblicità che uccide” n.d.r) ed è firmato dai corrispondenti Renaud Bernard e Gianclaudio Calderara, che piegano quanto sia difficile per i romani convivere con “50mila cartelloni, di cui la metà abusivi, piazzati vicino alle carreggiate o anche nel mezzo della strada. E questo danneggia il paesaggio, ma soprattutto provoca incidenti: ci sono già stati due morti, due giovani motoclisti”, sottolinea ricordando l’incidente di inizio novembre sulla Tuscolana.
Spiega Bernard, che di fronte a questa situazione, i romani hanno deciso di dire “basta”. I cartelloni deturpano anche il centro storico tra cui anche la famosa via Veneto: a tal proposito, la tv francese intervista il famoso paparazzo Rino Barillari che spiega come sia cambiata la visuale della via della “dolce vita” in questi anni, a causa dell’invasione dei cartelloni pubblicitari.
Tra le associazioni che più si battono contro questo scempio, c’è l’Associazione Basta Cartelloni a Roma di Roberto Tomassi che ha deciso però di reagire alla giungla di cartelloni, spiega il giornalista, andando di sera a tappare i buchi sull’asfalto, segnale evidente che un nuovo impianto sarà installato tra qualche giorno: “Con il cemento riempiono i buchi. Un’operazione di cinque minuti e il gioco è fatto. Ma è una battaglia da Davide contro Golia”.
Lotta dura contro chi commette illeciti con impianti non autorizzati, ma i comitati non sono teneri neppure nei confronti del Campidoglio: “Dopo la morte dei due motociclisti finalmente la giunta capitolina ha deciso di regolamentare il settore – spiega Bernard – Ma si deve confrontare con una lobby potente. A Roma le ditte autorizzate a installare cartelloni sono 400, a Parigi sono solo quattro”.
Da più di un anno le associazioni hanno anche elaborato una delibera popolare che il Consiglio comunale ha però bocciato. Nell’attesa di un nuovo Piano Regolatore degli impianti, che tarda ad essere approvato, sono arrivate anche le denunce. Come ha riportato un quotidiano romano, sono 44 le persone iscritte nel registro degli indagati su richiesta del nucleo della polizia municipale diretto da Antonio Di Maggio, incaricato dal sindaco Alemanno di fare luce sullo scandalo dei cartelloni selvaggi.
Tra i denunciati figura anche il dirigente dell’ufficio affissioni e pubblicità del Campidoglio che, secondo gli investigatori, avrebbe omesso “di emettere atti di decadenza delle autorizzazioni” alle ditte che risultavano “avere tre o più impianti installati in violazione di norma”. I vigili hanno riscontrato abusi, negligenze e licenze sospette e omessi controlli.
A seguire il servizio di France 2. Per l’articolo “Romans revolt over billboard jungle” clicca qui: