PARIGI – I terroristi hanno appena finito di sparare in mezzo alla strada, a Parigi, fuori dalla redazione di Charlie Hebdo. Prima di rientrare in macchina per fuggire, uno di loro si piega a terra e recupera una scarpa che era vicino allo sportello. La scarpa di uno di loro, di uno del commando. Meglio evitare di lasciare tracce utili all’identificazione. Una mossa eseguita a sangue freddo, una mossa di qualcuno che ha pianificato tutto fin nei minimi dettagli e non vuole che una svista comprometta tutto. Eppure degli errori sono stati commessi dal commando, almeno due.
Davide Frattini sul Corriere della Sera cita le analisi degli esperti che sono uscite sui principali giornali e siti del mondo. I due errori sono stati i seguenti: 1 – il commando ha suonato una prima volta all’indirizzo sbagliato, confondendo gli archivi di Charlie Hebdo per la redazione vera e propria del giornale. 2 – poco prima della fuga, i terroristi hanno incrociato i loro passi, riducendo la cosiddetta “aria di tiro” (in parole povere, se ci fosse stato un cecchino della Polizia, avrebbe potuto colpirne facilmente più d’uno in maniera ravvicinata).
Due errori che fanno pensare che i componenti del commando di Parigi fossero reclute e non miliziani esperti del terrorismo islamico. Su una cosa però i cosiddetti esperti sono d’accordo: tutti si sono mossi con grande sangue freddo, non hanno tradito emozioni, hanno portato a compimento il piano così come era stato studiato.
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