ROMA – La cometa Ison nella sua corsa verso il Sole diventa sempre meno luminosa. Una diminuzione di brillantezza che per chi sperava in una cometa di Natale, splendente e visibile ad occhio nudo come quella di Hale Bopp, potrebbe sfumare. Anzi evaporare, proprio come l’acqua e il ghiaccio di cui la cometa è costituita, una volta giunta al perielio, massimo punto di vicinanza all’astro del nostro sistema solare.
Il 28 novembre dunque diventa un giorno cruciale per conoscere il destino di questo oggetto celeste, scoperto nel settembre 2012 dagli astronomi russi Vitali Nevski e Artyom Novichonok e seguito dalle sonde della Nasa, Hubble prima e l’osservatorio Soho poi con l’avvicinamento al Sole. Se Ison passerà indenne il perielio, sarà una vera e propria cometa di Natale, raggiungendo il punto di massima vicinanza alla Terra proprio il 26 dicembre.
Una diminuzione di brillantezza già registrata tra il 25 e il 26 novembre. Un segnale, spiega Padma Yanamandra-Fisher della Ison Campaign alla Cnn, che il nucleo di polvere della cometa “possa essere completamente distrutto per la grande emissioni di polveri degli ultimi giorni”.
Ma perché questa cometa è così importante? Don Yeomans, manager del programma della Nasa che si occupa degli Oggetti vicini alla Terra, Near-Earth Object Program, del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena lo spiega in tre semplici punti.
Perché è così importante? I motivi, spiega Yeomans, sono almeno due:
“Prima di tutto arriva da un punto all’estremo del nostro sistema solare, dove si cela ancora il ghiaccio primordiale che si è formato 4,5 miliardi di anni fa. Il viaggio della cometa verso di noi è iniziato almeno 5,5 milioni di anni fa e si sta avvicinando davvero molto al Sole, tanto da poter diventare un oggetto così luminoso da essere visibile ad occhio nudo a dicembre”.
Ma il giorno della verità per la cometa, sottolinea Yeomans, rimane il 28 novembre, quando si prospetteranno tre scenari possibili per il passaggio al perielio:
“La cometa potrebbe essere abbastanza forte da sopravvivere al passaggio vicino al Sole e diventare un oggetto estremamente brillante e visibile ad occhio nudo anche alla luce del mattino per tutta la prima settimana di dicembre. Oppure il Sole potrebbe ridurla in pezzi. Oppure la cometa potrebbe essere così debole da essere totalmente disgregata e svanire completamente in una nuvola di polvere”.
Comete come Ison rappresentano comunque una grande opportunità scientifica, spiega infine Yeomans:
“Studiare un oggetto come Ison fornisce dati importanti su come era il nostro sistema solare 4,5 miliardi di anni fa e comprenderlo meglio”.