MILANO – “Quando ero un bambino il disastro che temevamo di più era una guerra nucleare. Oggi il rischio maggiore di una catastrofe globale è più simile ad un virus influenzale“: parlava così Bill Gates nel 2015.
Il fondatore di Microsoft, che proprio in questi giorni ha lasciato il consiglio di amministrazione dell’azienda, durante il suo intervento al Ted aveva ipotizzato uno scenario molto, molto simile a quello che si sta verificando in queste settimane per l’emergenza coronavirus: “Se qualcosa ucciderà oltre dieci milioni di persone nei prossimi anni molto più probabilmente sarà un virus particolarmente infettivo più che una guerra, non missili, ma microbi. Parte del motivo è che noi abbiamo investito moltissimo in deterrenti nucleari ma abbiamo investito pochissimo in un sistema che possa fermare una epidemia. E non siamo pronti per la prossima epidemia”, diceva Gates cinque anni fa.
Non solo: la ‘profezia’ di Gates era ancora più precisa, perché paragonava la nuova epidemia a quella di Ebola (avvenuta nel 2014) e spiegava che sarebbe stata molto peggiore se fosse stata dovuta ad un virus che si propaga per via aerea e che non fa stare così male da bloccare chi è contagiato a letto, come l’Ebola. In questo caso, infatti “le gente continuerà a prendere l’aereo, ad andare al mercato o al lavoro”, spiegava Gates. Proprio come sta accadendo oggi. (Fonte: YouTube)