Al corteo pro-Palestina di Roma un ragazzo si arrampica sulla recinzione del palazzo della Fao che si trova su viale Aventino. Il giovane strappa la bandiera israeliana prima di cadere rovinosamente. Il manifestante, malgrado la caduta si è rialzato ed è scappato via tra i manifestanti che applaudivano. Il gesto riesce perfettamente malgrado a presidiare la bandiera ci siano degli uomini della Digos. Poche ore dopo la bandiera è stata recuperate e restituita all’organizzazione dell’Onu.
E’ stato l’unico momento di tensione di un corteo che arriverà a contare fino a 20 mila presenze. Sopra lo striscione che apre il corteo è stata esposta un’enorme chiave di colore nero, il simbolo delle “case occupate” dai coloni. “Rappresentano le speranze del popolo palestinese di tornare nelle proprie abitazioni”, dicono gli organizzatori.
Tra le inseparabili kefiah e le bandiere palestinesi, ragazzi e ragazze da tutta Italia hanno sfilato in nome della “Palestina libera” lungo quello che storicamente è sempre stato il percorso della manifestazione del 25 aprile. E la parola “Resistenza” è più volte risuonata durante le cinque ore della sfilata. “Resisteremo fino alla vittoria”, le parole arrivate dal camion degli organizzatori, dove si sono alternate anche testimonianze di palestinesi e giovani di Gaza.
Tante le associazioni e organizzazioni che hanno preso parte alla manifestazione, dai Cobas al Pci fino a Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. Alla vigilia era stata annunciata anche la partecipazione di Giuliano Castellino, leader dell’estrema destra romana, che però non si è visto in piazza.
Prima dell’avvio del corteo, gli organizzatori hanno comunque invitato la folla a rimuovere alcune bandiere italiane che erano spuntate tra i manifestanti. “Vogliamo vedere solo bandiere palestinesi” l’appello. “Fuori tutti i fascisti e nazionalisti dalla nostra manifestazione”.