Donna, che ti succede se passeggi in Egitto? – VIDEO

Egitto, che ti succede se sei donna e passeggi?
Egitto, che ti succede se sei donna e passeggi?

Il CAIRO – In pieno giorno Colette Ghunim attraversa Kasr El Nil, il più affollato ponte del Cairo che collega piazza Piazza Tahrir con il quartiere-isola di Zamale. Indossa una gonna lunga, una t-shirt e un cardigan ma non c’è abbastanza stoffa sul suo corpo a difenderla dagli sguardi insistenti degli uomini che incontra. Se anche portasse il velo, come la religione musulmana le imporrebbe, Colette sarebbe comunque oggetto di quegli sguardi affamati, per il solo fatto di essere una donna.

Colette passeggia e riprende tutto in soggettiva con il suo cellulare, premurandosi di indossare un auricolare e fingendo di parlare al telefono per non farsi scoprire. Il video è stato poi montato con una musica di sottofondo che serve a coprire i commenti poco gentili che le rivolgono. La musica che accompagna le immagini è una canzone araba di una nota band egiziana. Il titolo, eloquente, si potrebbe tradurre con “Flirtare, sì; molestie, no”.

Non c’è uomo che non posi lo sguardo su di lei: sgranano gli occhi, si calano gli occhiali e quasi la divorano con piglio insistente, la spogliano con l’immaginazione e la molestano. Non fisicamente, ma spesso verbalmente. Fischiano, abbaiano, lanciano “complimenti” indesiderati che è meglio censurare.

In America esiste una parola per descrivere tutto questo: “catcalling“. Così vengono chiamati quei commenti indesiderati e occhiatine lascive che, spesso, costringono una donna ad abbassare subito lo sguardo e affrettare il passo. Ma per le strade del Cairo, secondo Colette, non c’è scampo: allungare la strada di km solo per passare vicino a dei lampioni non servirà a far sentire le donne al sicuro.

Creepers on the Bridge from Tinne Van Loon on Vimeo.

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