Il simbolo della sua lista è di colore arancione e con il suo nome in forte evidenza al centro. Nella parte sovrastante il simbolo c’è la scritta rivoluzione civile mentre in basso ci sono le sagome in rosso di cittadini e lavoratori. Nessun simbolo dei partiti che supportano Ingroia compare nel logo. Alla conferenza stampa non erano presenti i leader di Prc, Idv, Pdci che sostengono l’iniziativa politica. Tra i presenti c’erano invece Leoluca Orlando e Luigi De Magistris.
”Conquisteremo Palazzo Chigi – ha detto Ingroia – e avremo milioni di consensi perché vogliamo fare una rivoluzione pacifica dei cittadini, una rivoluzione civile”. “Non siamo in un Paese normale – ha aggiunto – non siamo in una situazione normale, siamo in un’emergenza democratica dovuta allo strapotere dei sistemi criminali, dovuta alle insufficienze e alle inadeguatezza della politica”.
Quindi l’attacco a Grasso e Pd. Attacca il candidato del Pd ed ex collega Piero Grasso che “«nel maggio 2012 voleva dare un premio al governo Berlusconi per essersi distinto nella lotta alla mafia”. Divenne Procuratore nazionale antimafia, dice Ingroia, “scelto da Berlusconi in virtù di una legge con cui venne escluso Giancarlo Caselli, ‘”colpevole” di aver fatto processi sui rapporti tra mafia e politica”. E attacca il segretario Pd, colpevole a suo avviso di aver dimenticato la tradizione di Pio Latorre e Luigi Berlinguer. “Caro Bersani, così non va, chi ha alle spalle storie così importanti dovrebbe ricordarsi il valore della moralità”.
“Da magistrato non avrei mai creduto di dovermi ritrovare qui – ha aggiunto – per continuare la mia battaglia per la giustizia e la legalità in un ruolo diverso», ha continuato Antonio Ingroia. «Quando giurai la mia fedeltà alla Costituzione pensavo di doverla servire solo nelle aule di giustizia. Ma non siamo in un Paese normale e in una situazione normale. Siamo in una emergenza democratica. E allora, come ho detto, io ci sto. Alla società civile e alla buona politica dico grazie perché hanno fatto un passo avanti”.
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