Enrico Montesano e la bufala sul sangue buttato dei vaccinati Covid. L’Avis deve smentirlo VIDEO

Enrico Montesano ancora contro i vaccini anti Covid: questa volta sostiene che il sangue dei vaccinati si coaguli e che quindi l’Avis abbia dovuto buttare via sacche che lo contenevano. Ma su queste parole è intervenuta la stessa Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue) che ha smentito tutto, bollando queste frasi come vere e proprie bufale. 

Enrico Montesano e la bufala del sangue dei vaccinati anti Covid

L’attore romano ha raccontato la propria tesi in un video postato sui social: “Gira sulla rete questa notizia – esordisce, con toni non proprio scientifici -. Io ho avuto conferma ieri da un amico che conosce una persona di rango all’Avis. Pare che chi è stato vaccinaro e ha donato il sangue, quel suo sangue si sia coagulato. Hanno buttato via le sacche. E quindi hanno bisogno del sangue dei non vaccinati”.

Enrico Montesano e il sangue dei vaccinati, la replica dell’Avis

A queste parole ha fatto seguito la dura e netta replica dell’Avis: “Donare il sangue dopo aver ricevuto il vaccino contro il Covid non comporta alcun rischio né per il donatore stesso né per i pazienti a cui trasfonderlo – scrive l’Avis sul proprio sito riportando le parole del suo presidente nazionale, Gianpietro Briola -. Affermare il contrario, come ha fatto il signor Enrico Montesano nel suo video, è un gesto altamente pericoloso per gli equilibri del nostro sistema sanitario, ma in particolare lesivo nei confronti di AVIS e di tutti i donatori che, quotidianamente, compiono questo gesto di solidarietà, a garanzia del diritto di cura di ogni malato”.

“Quanto dichiarato da Montesano è molto grave per motivi differenti – prosegue Briola – Innanzitutto, prima di citare AVIS che da sempre, e soprattutto in epoca di pandemia, è attenta e certa della qualità del sangue e degli emocomponenti che vengono raccolti e dell’impegno dei propri volontari, è necessario che Montesano dica dove si siano verificati questi presunti episodi di cui parla con tanta pericolosa leggerezza e chiarisca meglio le circostanze. Poi, in base a quale criterio afferma che c’è bisogno del sangue dei non vaccinati? A che titolo dice una cosa del genere colpendo l’immagine e l’impegno di un’associazione di volontariato di oltre novant’anni e di migliaia di donatori che ogni giorno permettono a tanti pazienti di curarsi? Quali sono i dati scientifici su cui si basa questa affermazione, gratuita e sconsiderata?  Quali gli elementi di riscontro che portano a simili e farneticanti esternazioni?”. 

Avis, la bufala di Montesano e la “voglia di notorietà”

Quindi l’affondo: “Comprendiamo la voglia di notorietà e pure la convinzione delle proprie idee, ma temi come questo non devono basarsi su percezioni, paure o, peggio, diffamanti affermazioni. Non siamo vittime delle fake dei social, ma assertori del dato scientifico e del riscontro oggettivo, obbiettivo e misurabile. Per ora, i dati epidemiologici italiani e i quelli relativi all’andamento  mondiale, dimostrano che il vaccino è e rimane un’ottima e unica reale strategia. Peraltro – spiega Briola – sempre scientificamente parlando, da medico, posso ribadire quanto il plasma dei donatori vaccinati o convalescenti, ricco di anticorpi, potrà risultare una fonte primaria per l’estrazione di immunoglobuline, farmaco utile alla terapia e per la prevenzione dell’infezione da Covid”.

Briola difende la libertà di espressione ma, dice, “crediamo però, in particolare in un momento simile, che sia necessario studiare e che avventurarsi in discorsi di questo tipo sia molto pericoloso. Ci auguriamo che Montesano, con la stessa prontezza con cui ha voluto affrontare questo argomento, sia in grado di chiarire meglio le informazioni di cui sarebbe a conoscenza, così da aiutare tutti a diffondere notizie corrette senza rischiare di scatenare allarmismi. Per il bene e il rispetto di tutti. Per quel che ci riguarda, siamo disponibili a un confonto. Ci stiamo avvicinando all’estate, periodo notoriamente difficile e complesso per le donazioni. Guardiamo con preoccupazione e impegno a questa stagione e alla ripresa delle attività sanitarie autunnali: vorremmo non sottoporre i nostri pazienti al rischio della carenza, soprattutto quelli più gravi e i cronici, che già hanno pagato un prezzo fin troppo alto alla pandemia”.

Gestione cookie