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“Faccia d’Angelo” con Elio Germano: la fiction su Felice Maniero non convince

di Lorenzo Briotti |13 Marzo 2012 22:58

ROMA – Lunedì 12 marzo, su Sky Cinema 1HD è andata in onda la prima parte della miniserie “Faccia d’angelo” interpretata da Elio Germano e incentrata sulla figura di Felice Maniero. La seconda ed ultima parte andrà in onda lunedì prossimo, 19 marzo.

La storia, liberamente ispirata alle vicende della cosiddetta “Mala del Brenta”, ruota attorno al boss dell’organizzazione, un criminale ambizioso e spietato, che tiene banco sulle pagine di cronaca nera per anni, con colpi efferati, rapine, clamorose evasioni, sequestri di persona. Nella prima parte assistiamo proprio all’ascesa del Toso, come viene indicato Felicetto, che alla fine degli anni Settanta approfitta del crescente boom economico del Veneto per costruire un impero criminale.

Nella seconda parte, invece, si compie l’inevitabile destino del protagonista, con la cattura da parte di chi, per 20 anni, non ha mai smesso di braccare lui e la sua banda. La miniserie è diretta da Andrea Porprati e prodotta da Goodtime per Sky Cinema; accanto ad Elio Germano, protagonisti anche Katia Ricciarelli (nel ruolo della madre) e Linda Messerklinger (in quello della compagna). La banda è interpretata da Andrea Gherpelli, Matteo Cremon, Gianantonio Martinoni, Fulvio Molena e Diego Pagotto. Nelle stesse date, History (canale 407) propone alle 22.40 “La mala del Brenta – la vera storia”, documentario che racconta, anche attraverso le testimonianze dei protagonisti dell’epoca, compresi gli investigatori, come Felice Maniero abbia costruito una vera e propria holding criminale.

Alla critica intanto, la prima puntata non è piaciuta. La fiction di Andrea Porporati tradisce molto le aspettative che almeno nella prima parte sembra privo del suo lato più “nero”. Porporati a quanto scrive il Gazzettino, “sposa subito l’intrattenimento più semplice e efficace con l’immediata, prolungata scena di eros soft, indugiando sui nudi, buono per accalappiare l’attenzione dello spettatore. Scene fin troppo ripetute anche in seguito”.

Ancora il Gazzettino: “Risolvendo la questione cronachistica in una serie continui di inserti flashback, il ‘romanzo criminale’ di Felicetto “Faccia d’angelo” e la sua banda si appiattisce sia nella ricostruzione degli eventi (la violenza resta marginale, e quando appare, per la prima volta, è usata in chiave quasi astratta; sul piano etico si fa fatica a trovare il ‘Toso’, come viene chiamato nella fiction, sgradevole, negativo) e delle indagini (troppa teatralità e una voce fuori campo che risolve ogni racconto), sia sulla codificazione sociologica di un Nordest in espansione economica, che qui si fatica a cogliere”.

Il Gazzettino spiega che a mancare nella serie è l’analisi psicologica approfondita e  la collocazione all’interno di un’area sociogeografica che cerchi di spiegare la nascita di un fenomeno così delinquenziale: “La dimensione intima prende il sopravvento su quella più pubblica. Ma la delusione principale resta una confezione spesso sciatta, depistata in frammenti banalmente canonici, che non sembra, per il momento, accendere l’emozione….. E manca quasi totalmente. Resta tutta la seconda parte, ma le speranze per un riscatto artistico sono poche”

A seguire alcuni video del backstage della fiction “Faccia D’Angelo”:

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