Florida, giustiziato John Ferguson. Era malato di mente: “Sono Dio e risorgerò”

John Ferguson
John Ferguson

STARKE (FLORIDA) – Gli appelli non sono serviti: John Ferguson, affetto da schizofrenia paranoica, è stato giustiziato con un’iniezione letale nel carcere di Starke, in Florida. Fuori dalla prigione alcune decine di persone si sono radunate per protestare contro l’esecuzione, la quinta in Florida dall’inizio dell’anno e la numero 1.343 negli Stati Uniti dal 1976.

L’esecuzione è stata eseguita due ore dopo che la Corte Suprema americana ha respinto definitivamente il ricorso presentato dai legali di Ferguson, nonostante gli appelli di numerose associazioni di malati, medici e avvocati sui giudici, anche l’ultimo ricorso è stato bocciato, riaprendo il dibattito sulla pena capitale e sull’esecuzione di malati di mente.

I legali di Ferguson si sono detti delusi dalla decisione della Corte e hanno ribadito che il loro assistito è un malato mentale. ”Non sa il perché della sua esecuzione o l’effetto della pena di morte. Crede di essere il ‘Signore di Dio’ che non può essere ucciso e che risorgerà per combattere a fianco di Gesù e salvare l’America da un complotto comunista” afferma Christopher Handman, l’avvocato di Ferguson.

Proprio l’insanità  mentale è stato l’argomento principe della difesa di Ferguson: i suoi legali hanno più volte ribadito che i suoi problemi risalgono a molto tempo prima rispetto agli otto omicidi commessi negli anni 1970, e per i quali è stato condannato a morte. Il padre alcolizzato è morto quando Ferguson aveva 13 anni e da quel momento – secondo quanto riferito dai membri della sua famiglia – ha iniziato a soffrire di allucinazioni. Ferguson è stato anche oggetto di abusi da parte di alcuni fidanzati della madre, che lo ha poi abbandonato. Quando aveva 21 anni, Ferguson è stato colpito da un colpo di pistola alla testa e per alcuni anni è stato costretto a vivere in un istituto mentale, dove gli è stata diagnosticata la schizofrenia paranoica.

All’esecuzione, durata complessivamente 16 minuti, hanno presenziato 25 testimoni, fra cui alcuni membri delle famiglie delle vittime. E a loro Ferguson si è rivolto: ”Voglio che ognuno di voi sappia che sono il Signore di Dio”. Il suo ultimo pasto è stato uguale – su sua richiesta personale – a quello degli altri detenuti: pane bianco, insalata di carote, tè freddo e un piatto di carne e verdura.

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