“I gay sono un’aberrazione genetica”: il sindaco di Sulmona Federico su Youtube

SULMONA – “Gay malati, aberrazione genetica” e “no ai pacs”: le parole sono dell’attuale sindaco di Sulmona Fabio Federico, in una trasmissione televisiva di un’emittente locale. Era il 2006 e allora Federico era consigliere comunale di AN Rodir.

Il video ancora è su Youtube e il sindaco non si è pentito minimamente di aver insultato gli omosessuali: “Penso ancora quello che ho detto”. “Se hai degli ormoni maschili e un genoma maschile, fai il maschietto. Il contrario è fuori natura, ci sono delle possibilità di composizione intermedie di questi assetti genetici – spiegava – Ci sono delle aberrazioni genetiche che determinano il fatto che non si sia né perfettamente uomo e né perfettamente donna”.

E ancora: “Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di scelte fatte per un gusto personale. Niente a che dire sul gusto. Ogni omosessuale può vivere la sua vita sessuale come meglio crede. Se gli piace, gli piace. Non posso certo giudicarlo”.

Lui, il sindaco-medico ed ex consigliere, non vorrebbe mai un figlio gay: “Ho due figlie femmine, e purtroppo anche tra le donne esiste l’omosessualità. Preferirei che le mie figlie crescessero in maniera normale e facessero una vita normale, con una famiglia normale. Se poi dovessi vedere che le cose non vanno tanto bene, le farei curare. Chi è omosessuale fa una scelta contraria a quella indicata dalla natura”.

Poi l’escalation anti-Pacs: “Non posso pensare che queste famiglie possano regolarmente adottare dei bambini. Il condizionamento psicologico sarebbe tale, che questi bambini avrebbero sicuramente dei problemi. Sono contrario all’equiparazione tra famiglie omosessuali ed eterosessuali”.

Adesso il caso è diventato una questione giudiziaria. Federico ha accusato chi ha caricato il video su Youtube e ha chiesto la rimozione del filmato che era stato rivisto in chiave satirica: Roberto di Ruscio, il 4 giugno, lo aveva messo in rete. Federico lamentava di “non aver mai autorizzato la pubblicazione del video”, che “non aveva alcun interesse pubblico” e che, per di più, era lesivo della sua immagine.

“Il giudice gli ha dato ragione – spiega al telefono Di Ruscio, titolare di una società di produzione televisiva a Repubblica  – e alla fine il video è stato rimosso”.

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