Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, video su Youtube. Al Nusra: “Sono in mano nostra”

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo rapite, video su Youtube: "Siamo in pericolo"
Greta Ramelli e Vanessa Marzullo rapite, video su Youtube: “Siamo in pericolo”

WASHINGTON – Un video pubblicato su YouTube mostra le immagini delle due volontarie italiane, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, rapite in Siria il 31 luglio scorso. Il video, ma l’unica prova è un cartello esibito dalle ragazze,  sarebbe stato girato il 17 dicembre ed oggi 1 gennaio, a poche ore dalla diffusione del filmato, il Fronte al Nusra, gruppo siriano legato ad Al Qaida, conferma di tenere in ostaggio le due ragazze italiane: “E’ vero, abbiamo noi le due italiane, perché il loro Paese sostiene i raid in Siria contro di noi”, afferma Abu Fadel, membro dell’organizzazione.

Anche l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato la notizia. “Ho ricevuto informazioni che confermano che al-Nusra tiene in ostaggio le due donne italiane rapite alla periferia occidentale di Aleppo”, ha detto Rami Abdel Rahman, membro della ong basata a Londra.

Il link al video pubblicato su YouTube è stato postato da un giornalista arabo, Zaid Benjamin, su twitter (@ziadbenjamin) con l’hashtag #Syria A Video shows 2 Italian hostages believed they were aid workers held by Jabhat Al-Nusra  (‘un video mostra due ostaggi italiane, probabilmente volontarie, tenute da Jabhat al-Nusra/).

Il video sembra autentico, anche se nulla lo conferma per il momento: le immagini mostrano le due ragazze, visibilmente provate,  con indosso una tunica nera lunga che copre loro il corpo e i capelli, ma lascia libero il volto (‘abaya’).

A parlare è una solo di loro, Greta Ramelli, mentre l’altra, Vanessa Marzullo, tiene in mano un cartello dove si legge la data di mercoledì 17 dicembre 2014. Ma anche in questo caso nulla conferma la veridicità della data, in mancanza di elementi esterni temporali come un quotidiano. Rispetto alle fotografie circolate sul web prima del rapimento, le ragazze appaiono molto dimagrite e dai tratti particolarmente tirati.

“Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo”, dice in inglese con un forte accento italiano e tenendo gli occhi bassi, la prima delle ragazze. “Supplichiamo il nostro governo e i suoi mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in estremo pericolo e potremmo essere uccise”, prosegue con tono provato. “Il governo e i suoi mediatori sono responsabili delle nostre vite”, conclude senza mai guardare la telecamera mentre l’altra giovane italiana la fissa per pochi secondi.

Intelligence: “Fase delicatissima, ci vuole riserbo” “Siamo in una fase delicatissima, che richiede il massimo riserbo”. Lo dice una fonte d’intelligence, a proposito degli sviluppi del sequestro di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, apparse in un filmato. Il video e’ ritenuto autentico dagli 007 italiani, anche se qualche dubbio riguarda la data, indicata in un foglio tenuto in mano da una delle ragazze nel 17 dicembre 2014.

Papà Vanessa: “Contenti di averli viste, siamo ottimisti”. “Abbiamo visto quelle immagini, le prime immagini di Vanessa e Greta da mesi, sembra stiano abbastanza bene anche se in una condizione difficile”. Così Salvatore Marzullo, padre di Vanessa, parla del video pubblicato su YouTube. Il padre di Vanessa spiega: “Siamo contenti di averle viste, siamo ottimisti”.

“Abbiamo visto quel video – spiega ancora il padre di Vanessa – non ci sono molte parole da dire per ora, se non che siamo contenti di averle potute vedere e che stanno abbastanza bene”. Salvatore Marzullo, padre della giovane volontaria di 21 anni di Brembate (Bergamo) che ha fondato insieme a Greta Ramelli (20 anni) l’associazione ‘Horryaty’ per assistere i civili vittime del conflitto in Siria, spiega, da un lato, che quelle immagini infondono un po’ di “ottimismo, perché possiamo vederle dopo tanto tempo” e, dall’altro, chiarisce che resta forte la “preoccupazione per la loro condizione”.

Il padre della ragazza, inoltre, racconta che la sua famiglia, così come quella di Greta (che vive a Gavirate, in provincia di Varese), sono “sempre in contatto” con il ministero degli Esteri. “Non abbiamo molte parole da dire – ribadisce – speriamo di poter avere presto buone notizie, tutto può essere, per il resto possiamo solo restare ottimisti” .

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