Una petroliera russa, carica di “mazut”, un combustibile di bassa qualità derivato dal petrolio, è affondata al largo della Crimea, nello stretto di Kerch, causando un grave disastro ambientale.
In alcuni video pubblicati online dall’equipaggio, si vede la poppa della nave staccata dal resto, galleggiante in posizione verticale. La Volgoneft-212, lunga 136 metri e con un equipaggio di 15 persone, trasportava circa 4200 tonnellate di prodotti petroliferi, parte dei quali si sono già riversati nel Mar Nero. Nei filmati, il personale si trova sul ponte con i giubbotti di salvataggio, mentre una chiazza nera di petrolio si espande sulla superficie marina.
L’incidente è avvenuto a circa 8 km dalla costa orientale della Crimea, durante una violenta tempesta. Il servizio di emergenza russo ha avviato immediatamente le operazioni di soccorso, impiegando rimorchiatori ed elicotteri per contenere lo sversamento di petrolio e salvare i membri dell’equipaggio. Tuttavia, il Ministero della Sanità ha confermato un decesso e il ricovero di 11 persone, di cui due in gravi condizioni.
A peggiorare la situazione, un’altra petroliera, la Volgoneft-239, è andata in difficoltà nella stessa area. La nave, con 14 membri a bordo, trasportava 4.000 tonnellate di olio combustibile. L’imbarcazione si è incagliata a causa della tempesta, mentre l’operazione di soccorso è stata interrotta per le condizioni meteorologiche avverse.
Il Ministero delle Emergenze russo ha comunicato che i mezzi di soccorso sono pronti a intervenire non appena il meteo lo consentirà. Al momento, la nave è dotata delle risorse necessarie per resistere fino a quando le operazioni non riprenderanno.
Entrambe le petroliere hanno causato fuoriuscite di petrolio nel Mar Nero, ma le autorità non hanno ancora fornito stime sull’entità complessiva dello sversamento. Intanto, gli interventi per contenere i danni ambientali e garantire la sicurezza degli equipaggi continuano, mentre il mondo osserva con preoccupazione l’evolversi di questa catastrofe ecologica.