Il passaggio della seconda Dana sulla penisola iberica, dopo quella del 29 ottobre che ha travolto con inondazioni 78 comuni della provincia di Valencia e delle regioni di Castiglia-La Mancia e Andalusia, causando almeno 223 vittime, ha provocato ingenti danni, ma fortunatamente stavolta non c’è stata nessuna vittima.
Tra le località più colpite da questa seconda ondata di maltempo particolarmente intensa c’è la provincia di Malaga, in Andalusia. Questa volta i servizi di emergenza hanno allertato la popolazione in tempo, e molti residenti sono rimasti a casa senza andare al lavoro.
Le piogge torrenziali di mercoledì 13 hanno causato gravi disagi nella provincia di Malaga, con oltre 900 chiamate ai vigili del fuoco e più di 1.000 in tutta l’Andalusia. Come misura di sicurezza, 4.200 persone sono state evacuate, di cui 3.000 hanno dovuto soggiornare lontano da casa per la seconda notte consecutiva. La situazione è particolarmente critica lungo il fiume Guadalhorce, che è straripato, sommergendo molte auto parcheggiate.
In aggiunta, 1.100 persone sono state evacuate da due campeggi e un accampamento rom nella zona di Vélez-Málaga, a causa del rischio di esondazione del fiume Velez. Queste persone sono state accolte in una struttura di emergenza allestita presso il centro polisportivo di Torre del Mar e gestita dalla Croce Rossa. A partire da ieri, giovedì 14 novembre, la situazione sembra gradualmente tornare alla normalità.
Sospesi i collegamenti ferroviari dell’alta velocità fra Malaga e Madrid e quelli fra Valencia e Madrid, che dovevano riprendere oggi normalmente dopo l’interruzione per i danni provocati dalle piogge torrenziali del 29 ottobre.