TEHERAN (IRAN) – Accecata e sfigurata per aver respinto una proposta di matrimonio, una giovane iraniana ha graziato il suo aggressore rinunciando all’applicazione della legge del taglione. Il procuratore di Teheran, Jafar Dolatabadi, ha riferito che poche ore prima che fosse applicata la condanna all’accecamento con gocce di acido, la 33enne Ameneh Bahrami ha rinunciato alla “Qisas” prevista dalla sharia della repubblica islamica. “E’ stato un atto coraggioso”, ha commentato. Nel 2004 Ameneh aveva perso la vista per l’acido lanciatole in faccia dal pretendente, Majid, che aveva conosciuto due anni prima. Anche la madre si è detta “orgogliosa” del perdono deciso dalla figlia.
L’esecuzione della pena era prevista inizialmente per il 14 maggio, ma fu rinviata all’ultimo momento e Ameneh disse che aveva subito pressioni dalle autorità perché vi rinunciasse. Anche Amnesty International era intervenuta per chiedere che Majid non venisse accecato. “Erano sette anni che aspettavo questo momento, ma poi ho deciso di perdonarlo”, ha dichiarato Ameneh che ha chiesto comunque di essere risarcita in base al principio del cosiddetto “prezzo del sangue”.
Lei punta a una somma pari a 150mila euro che le servirà per la chirurgia plastica al suo volto sfigurato dopo le cure a cui si è già sottoposta in Spagna.
Majid, però, sostiene di non avere quella somma perché la sua unica proprietà è una casa modesta. Negli ultimi anni in Iran ci sono stati diversi casi di donne attaccate con l’acido, una barbara pratica punitiva che affonda le radici nel passato, di cui la stampa si è spesso occupata per denunciare l’inquietante fenomeno. Nel dicembre 2010, la corte suprema confermò la condanna all’accecamento per un uomo che aveva accecato l’acido l’amante della moglie, ma non si è mai saputo se sia stata eseguita.