La stazione centrale di Kiev è presa d’assalto da chi ha deciso di lasciare la capitale ucraina. I treni sono infatti gratuiti, basta aspettare (il servizio è limitato) e salire a bordo. Naturalmente i convogli sono stracolmi. Anche perché c’è chi non ha neppure una direzione prestabilita: corre in stazione e sale sul primo treno in partenza da Kiev. Poi si vedrà.
Kiev, assalto ai treni: si parte senza una destinazione prestabilita e si viaggia gratis
L’Ansa ha raccolto alcune testimonianze. Tra queste c’è quella di Viktor, 28 anni, che è diretto a Dniepro, verso sud. Lì ha la sua famiglia e candidamente ammette: “Non saprei dove andare altrimenti“. La rete ferroviaria, per quanto a singhiozzo, copre quasi tutto il Paese. Non arriva nel Donbass e nel Kherson, dove pare nella notte ci sia stata una feroce battaglia. Il sindaco ha detto che la città “è sotto controllo ucraino”, dopo che le truppe russe si sono ritirate.
C’è chi proverà a lasciare il Paese
Katia, 37 anni, si dirige a Leopoli- Qui ha degli amici disposti ad ospitarla. Poi forse lascerà il Paese alla volta della Polonia. “Abbiamo aspettato qualche giorno per capire che piega prendeva la situazione ma ora basta, non si può più vivere a Kiev”, spiega. “Non è solo per i bombardamenti. È tutto chiuso, le strade dove vivo io sono bloccate, si fa fatica a trovare da mangiare: che sto qua a fare?”.
Come sempre nei momenti di crisi spuntano gli sciacalli, con autisti pronti a portarti a Leopoli per 1.200 dollari. A parte la stazione, il resto delle strade di Kiev è semideserto. Normale. Le sirene dell’allarme aereo ormai suonano ogni due per tre e in città sono in azione i sabotatori russi. Nella zona dei palazzi del governo in mattinata si sono uditi spari e le forze di polizia, che presidiano l’area, sono molto nervose. È un attimo destare il sospetto di non essere “a posto”.