ROMA – Il femminicidio è colpa anche di quelle mogli che non amano più il marito. E non amandolo più gli fanno sperimentare l’inferno spingendolo ad uccidere. E’ la teoria, esposta in pubblico durante l’ultimo Family Day da Kiko Arguello, fondatore del cammino neocatecumenale.
Secondo Arguello il processo che porta al femminicidio ha a che fare con la fine dell’amore coniugale:
“Ma se la moglie lo abbandona e se ne va con un’altra donna quest’uomo può fare una scoperta inimmaginabile – perché questa moglie gli toglie il fatto di essere amato, e quando si sperimenta il fatto di non essere amato allora è l’inferno. Quest’uomo sente una morte dentro, così profonda che il primo moto è quella di ucciderla e il secondo moto, poiché il dolore che sente è mistico e terribile, piomba in un buco nero eterno e allora pensa: ‘Come posso far capire a mia moglie il danno che mi ha fatto?’Allora uccide i bambini. Perché l’inferno esiste. I sociologi non sono cristiani e non conoscono l’antropologia cristiana, il problema è che non possiamo vivere senza essere amati prima dalla nostra famiglia, poi dagli amici a scuola, poi dalla fidanzata e infine da nostra moglie”.
Parole, quelle di Arguello, che hanno creato più di qualche imbarazzo in Vaticano. “Papa Francesco è con noi” aveva detto parlando di Family Dai. Su queste parole, però, la Cei è stata dura parlando di “caduta di stile”.