Un cartello che segna la nuova Ulez, la ztl londinese
Londra come Roma. La protesta pacifica contro l’estensione, nella capitale britannica, dell’impopolare zona a emissioni ridotte (Ulez) con tanto di super tassa locale per i veicoli inquinanti si è trasformata in una rivolta contro i quasi duemila “occhi” che controllano gli automobilisti.
E’ infatti boom degli atti vandalici compiuti sulle telecamere della ztl, secondo i dati diffusi dalla Met Police. Sono stati denunciati negli ultimi mesi oltre 300 episodi, che includono decine di cavi tagliati, 164 telecamere rubate e 38 oscurate. Ma per la Bbc potrebbero essere oltre 500 i casi di danneggiamento.
La polizia, in un comunicato ha promesso di rintracciare e perseguire i responsabili di questi “atti criminali inaccettabili” e diffuso la foto di un uomo ricercato per aver compiuto ben quattro azioni di sabotaggio nel nord-ovest di Londra il 17 giugno.
L’impennata dei casi non è casuale e coincide con l’avvicinarsi del nuovo allargamento della ztl voluto dal sindaco laburista Sadiq Khan. A partire dal 29 agosto la Ulez, introdotta dal primo cittadino nel 2019, arriverà a coprire l’intera area metropolitana della Greater London. L’accesso per i veicoli inquinanti sarà quindi subordinato al pagamento – 7 giorni su sette e 24 ore al giorno – di una tassa quotidiana pari a 12,50 sterline, circa 15 euro.
La scelta di Khan aveva scatenato forti polemiche, che ricordano quanto sta accadendo a Roma per l’ordinanza del sindaco Roberto Gualtieri volta ad allargare la ztl a gran parte della capitale inibendo l’accesso alle auto fino a Euro 4. Per i londinesi, in particolare quelli che usano il proprio veicolo ogni giorno per lavoro, l’incombere della super tassa si aggiunge al caro vita causato dall’elevata inflazione e agli aumenti dei mutui dopo la serie di rialzi dei tassi decisi dalla Bank of England.
Le istanze dei contrari a questa misura erano state raccolte da quattro consigli municipali dei sobborghi, Bexley, Bromley, Harrow, Hillingdon, e quello della confinante contea del Surrey, tutti a guida Tory, che avevano presentato un ricorso, di recente respinto dall’Alta Corte.
Il piano “green” di Khan, all’insegna di una riduzione delle emissioni a Londra, aveva suscitato anche critiche all’interno del suo partito: col leader Keir Starmer che aveva sollecitato il primo cittadino a rivederlo. Ma l’allargamento va avanti come previsto e le telecamere di controllo raggiungeranno il nuovo numero di 2.750.
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