In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, i magistrati hanno protestato in tutta Italia contro la riforma costituzionale della giustizia che il Governo ha presentato e che prevede fra le altre cose la separazione delle carriere. Protesta che si è svolta con la Costituzione in mano e lasciando le aule di giustizia durante gli interventi dei rappresentanti del Governo.
A Milano c’è stato prima un sit-in sulla storica scalinata di corso di Porta Vittoria. La protesta è proseguita poi all’interno del Palazzo di giustizia. Sulle note dell’Inno di Mameli suonato dalla banda dei Carabinieri, i magistrati hanno alzato sopra la testa la Costituzione che tenevano in mano. Presenti anche i procuratori delle sedi del Distretto della Corte d’Appello, tra cui Fabio Napoleone, che guida la procura di Pavia, Claudio Gittardi della Procura di Monza, e Luca Villa, procuratore dei minorenni.
La protesta a Napoli davanti al ministro Nordio
A Napoli, i magistrati della giunta distrettuale dell’Associazione magistrati presieduta da Cristina Curatoli hanno accolto il Guardasigilli Carlo Nordio con la Costituzione in mano che è stata sollevata in alto durante l’inno di Mameli. I magistrati hanno poi lasciato l’aula sempre con la Costituzione in mano.
A Torino invece, i magistrati del distretto di Piemonte e Valle D’Aosta hanno lasciato l’aula magna del Palazzo di giustizia Bruno Caccia quando ha preso la parola la rappresentante del ministero della giustizia Maria Teresa Gandini.
Stesse scene anche in altre città italiane come Genova e Firenze. A Roma, un gruppo di magistrati ha lasciato l’aula Europa, nella Corte d’Appello di Roma, quando ha preso la parola il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Anche qui la protesta è avvenuta con una copia della Costituzione in mano.
Nordio: “Il pm soggetto all’esecutivo? Not in my name”
La politica ha reagito a quanto accaduto con delle dichiarazioni tendenzialmente distensive. Il ministro Nordio, intervenendo alla Corte di Appello di Napoli ha provato a spiegare che “la riforma per la separazione delle carriere non mette in discussione l’indipendenza del pubblico ministero”. Nordio ha risposto alla protesta dei magistrati usando queste parole: “È scritto a chiarissime lettere nella riforma costituzionale. Perché si deve leggere nella riforma quello che nella riforma non c’è? E anche qui mi permetto un riferimento personale. Per 40 anni ho sempre fatto il pm proprio per essere libero e indipendente. Nessuno vorrebbe un pubblico ministero sottoposto al potere esecutivo. Non io. È scritto nella Costituzione e non avverrà mai”.
“Not in my name” ha scandito ancora il ministro della Giustizia a proposito di una riforma che, come temono i magistrati, possa privare il pubblico ministero della sua indipendenza rendendolo soggetto all’esecutivo. “Non avverrà mai, non con questa riforma costituzionale. Poi il futuro è nel grembo di Giove”.
Mantovano: “Riforma per i cittadini e non contro i magistrati”
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, nel corso del suo intervento alla cerimonia a Roma ha invece detto: “Vogliamo fare una riforma per i cittadini e non contro i magistrati”. Ed ha aggiunto: “Immaginavamo di fare la riforma con il contributo critico dei magistrati”.
La Russa: “Nessuno può cancellare le scelte del Parlamento”
Il presidente del Senato Ignazio La Russa, a margine della cerimonia a Milano, rispondendo alle domande dei cronisti sui temi della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e sulle proteste dei magistrati ha letto la vicenda in questo modo: “Purché tutto sia nell’alveo della Costituzione, nessuno può arrogarsi il diritto di cancellare quelle che sono le decisioni che prende il Parlamento, ma deve prenderle avendo capacità di ascolto e di confronto”.
“Credo che il modo con cui si possono affrontare i temi che anche oggi sono stati sollevati – ha proseguito La Russa – non possa che essere quello del confronto e della concordia, senza che si arrivi a un conflitto, perché sarebbe controproducente per tutti e soprattutto per i cittadini”.
Le posizioni “possono anche essere diverse e divergenti, ma devono trovare una sintesi in un confronto serio e poi purché tutto sia nell’alveo della Costituzione nessuno può arrogarsi il diritto di cancellare quelle che sono le decisioni che prende il Parlamento, ma deve prenderle avendo capacità di ascolto e di confronto”. A chi ha chiesto a La Russa se il percorso della riforma sia già segnato dopo il voto della Camera, il presidente del Senato ha risposto: “I percorsi non sono mai definiti fintanto che non si concludono”.
Meloni: “I cittadini hanno scelto”
E dall’Arabia Saudita dove si trova in visita ha parlato della protesta anche la premier Giorgia Meloni: “Le proteste sono sempre legittime ma mi rammarica questo atteggiamento dell’Anm per cui ogni riforma sul tema giustizia diventa un’Apocalisse, una fine del mondo che bisogna sempre criticare senza se e senza ma”.
“Credo non giovi neanche ai magistrati stessi perché quando ci si siede ad un tavolo un punto d’incontro si trova sempre – ha sottolineato ancora -. Mi corre ricordare però che l’articolo 49 della Costituzione dice che i cittadini hanno il diritto di associarsi in partiti politici per concorrere in metodo democratico alla determinazione della politica nazionale. Questo significa che i cittadini si organizzano in partiti politici, votano, decidono quali devono essere le scelte della politica. Stiamo facendo qualcosa di perfettamente adeguato alla Costituzione che non dice che la giustizia non si può riformare”.