Faceva concerti a Casapound: deferito Mario Vattani, console a Osaka

Pubblicato il 30 Dicembre 2011 - 18:19| Aggiornato il 31 Dicembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un “cantore fascio-rock”, lo definisce Repubblica, messo nei guai da un video diffuso su YouTube e portato all’attenzione dei più da un articolo dell’Unità: Mario Vattani, console italiano ad Osaka (in Giappone), nipote di Umberto, uno dei diplomatici più importanti d’Italia, e fedelissimo di Gianni Alemanno, è stato deferito dal ministro degli Esteri Giulio Terzi.

Il ministro ha dato istruzioni che venga deferito immediatamente alla Commissione di disciplina dello stesso ministero il caso di Vattani, che è stato messo al corrente della misura.

A far finire nei guai Vattani junior sono stati i concerti a Casapound, centro sociale di ispirazione fascista, dove il diplomatico si è esibito con il suo gruppo, i Sotto fascia semplice, di cui Vattani è il leader con lo pseudonimo di Katanga. “Alzerò la bandiera nera”, cantava in una delle sue canzoni.

Nato nel 1966, Vattani è entrato in politica internazionale nel 1991, a 25 anni. Ma già allora era uno dei leader dei gruppi musicali “identitari”, tra croci celtiche e raduni a Predappio. E’ stato cantante degli “Intolleranza” prima di fondare, nel 1996, i “Sotto fascia semplice”.

“Una repubblica fondata sui valori degli epuratori, canta in “Repubblica”. Da chi senza tante storie e con l’aiuto degli stranieri ha fatto fuori quegli ultimi italiani che fino alla fine hanno combattuto per un’altra repubblica”. L’altra Repubblica a cui si riferiva, ha spiegato lui stesso in un’intervista concessa ad un sito di controinformazione, in contrapposizione a quella italiana “fondata sui valori della resistenza, sui valori della violenza, sui valori del tradimento e dell’arroganza. Una repubblica fondata sulla lotta armata fatta da banditi e disertori, dinamitardi e bombaroli”: è quella della Repubblica sociale, che oggi rappresenta “quella che ognuno di noi può incarnare attraverso la sua attività quotidiana, e non parlo solo di militanza”.