REGGIO EMILIA – Il sindaco di Firenze Matteo Renzi è intervenuto telefonicamente alla trasmissione di Maurizio Belpietro su Canale 5 ribadendo la sua posizione. In caso di sconfitta alle primarie, Renzi spiega: “”Faremo di tutto per vincere” le primarie, ”ma se gli italiani non ci vorranno e alla rottamazione preferiranno quello che Bersani chiama l’usato sicuro, benissimo, io rimango a fare il sindaco di Firenze”. Lo stesso concetto, il rottamatore lo aveva ribadito domenica alla Festa Democratica di Reggio Emilia.
”Non chiedo – ha fatto sapere – di fare il parlamentare con il vitalizio e l’indennità bella”. ”Non voglio – ha ribadito – il premio di consolazione”. E se anche gli chiedessero di fare il ministro, lui ribadisce: ”Direi assolutamente di no e continuerei a fare ciò che sto facendo”.
Domenica 2 settembre, dal palco della Festa Democratica a Reggio Emilia, durante la presentazione di “Stil Novo”, Renzi ha parlato di alleanze: “Se vogliamo rottamare – ha detto – penso che si debba parlare di questioni concrete. Quando Casini e Vendola ci diranno cosa pensano sarò felice di allearmi con loro. Sono 30 anni che fanno politica e ancora non lo so”. Lui, intanto, anticipa un punto del suo programma: “Semplificare le norme sul lavoro, 50 e non più 5 mila” e precisa: “al momento non sono previsti ticket con una donna”.
Più che con i partiti, spiega, si alleerà con “i cittadini”, come ha dimostrato con la ‘sua versione’ della foto di Vasto scattata appunto alla festa Democratica dove è stato accolto calorosamente. Per lo sfidante del segretario del partito e applausi più lunghi quando ha toccato i temi della rottamazione, del ricambio della classe dirigente, da Massimo D’Alema alla Bindi a Franceschini. Proprio a questi ultimi si è riferito quando ha ribadito: “Se perdo le primarie non accetterò il premio di consolazione. Altri lo hanno fatto. Senza fare nomi e cognomi, se uno fa le primarie e poi fa il vice presidente della Camera o il capogruppo alla Camera è evidente che le primarie sono uno strumento con cui trattare la propria sistemazione. Se perdo continuo a fare il sindaco”.
Poco dopo la risposta, a distanza, di Franceschini: “Sono un po’ all’antica. Pensavo che fare il capogruppo dopo essere stato segretario fosse un servizio, un onore, e un piccolo contributo all’unità del partito. Fossi stato un po’ più moderno mi sarei di certo accorto che invece era un volgare premio di consolazione da rifiutare!”.
Renzi incassa intanto il giudizio di Graziano Delrio, presidente dell’Anci e sindaco di Reggio Emilia: “Spero che le primarie si facciano” e “Renzi è una risorsa, non un problema”. Renzi ha poi risposto a Casini: “Non sono autorevole? Io credo che dovremo dimostrare con serenità che non è vero”. E, se vincerà, non spaccherà il partito, spiega il rottamatore, perché, comunque vada, dalle primarie il Pd uscirà rafforzato. Poi ancora stoccate: alle correnti che ormai sono ‘spifferi’, ai giovani turchi che devono smettere di aspettare il loro momento e, come lui, devono farsi avanti, rischiando di passare da arroganti. “Meglio arroganti che vigliacchi”, chiosa Renzi. E a Vendola dice: “Non prendo lezioni di appartenenza al centrosinistra da uno che nel 1998 fece cadere Prodi aprendo la strada al governo D’Alema”. Infine a Grillo: il Pd proponga il dimezzamento del numero dei parlamentari- argomenta Renzi – e il comico diventerà “un fenomeno da baraccone”. Intanto, Veltroni invita Il Pd a non “delegare a Casini o a chiunque altro posizioni e culture realiste e il positivo rapporto con Mario Monti”. Ma sulle primarie non si sbilancia, almeno fino a quando si capirà con quale legge elettorale si andrà al voto.
L’intervento di Renzi alla Festa Democratica: