Myanmar, i corpi senza vita di più di 110 minatori sono stati estratti dal fango a Hpakant, nel nord del Paese. Qui, una frana in una miniera di giada li ha travolti.
Lo hanno riferito i Vigili del Fuoco.
La frana è stata causata dalle “forti piogge”. Intorno alle 8 ora locale, centinaia di lavoratori intenti ad estrarre le pietre dal materiale di scavo sono stati improvvisamente travolti da un’ondata di fango.
Per via delle forti piogge, le operazioni di soccorso sono state al momento sospese.
Si cerca di portare in salvo eventuali sopravvissuti nella miniera situata nel villaggio di Sate Mu, nella municipalità di Hpakant, stato di Kachin.
Decine di minatori muoiono ogni anno nelle miniere di giada, altamente redditizie ma scarsamente regolamentate, e in cui sono impiegati migranti a basso reddito per estrarre la gemma molto ambita in Cina.
Lo stato di Kachin si trova al confine con la Cina.
Minatori al lavoro in terreni indeboliti da precedenti scavi
I minatori cercavano le pietre preziose in terreni montuosi già indeboliti da precedenti scavi.
Le frane sono frequenti nella zona e le vittime provengono spesso da comunità etniche povere.
Secondo Watchdog Global Witness, nel 2014 il giro d’affari del settore ha raggiunto una trentina di miliardi di euro, denaro che quai mai finisce nelle casse dello stato.
Myanmar settentrionale pieno di giada, legname, oro e ambra
Le abbondanti risorse naturali del Myanmar settentrionale – tra cui giada, legname, oro e ambra – contribuiscono a finanziare entrambe le parti di una guerra civile lunga decenni tra ribelli ed esercito.
Sulla pagina Facebook del dipartimeno dei Vigili del Fuoco del Paese si legge: “Un totale di 113 corpi è stato trovato finora”.
Da parte sua, un agente di polizia ha detto che le operazioni di soccorso sono state al momento sospese a causa delle forti piogge (fonte: Agi, Ansa, Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev, Twitter, Today).
