Napoli, ragazzo insulta pakistano in treno. La passeggera reagisce: “Non sei razzista, sei str…” VIDEO

Napoli aggressione razzista
Napoli, ragazzo offende pakistano in treno. La passeggera reagisce: “Tu non sei razzista, sei str…”

NAPOLI – Insulti a sfondo razziale a un ragazzo pakistano e minacce alla signora che interviene a sua difesa. È diventato virale – con migliaia di visualizzazioni – il video girato sulla Circumvesuviana, la ferrovia che collega Napoli con i paesi del Vesuviano e della Costiera Sorrentina, in cui un ragazzo offende un altro viaggiatore, un pakistano, difeso a sua volta da una passeggera italiana.

La donna sbotta: “Sei tu che sei scemo e aggressivo. Vergognati”. Non ne può più del trattamento che quel tipo sta riservando al ragazzo. “No, non mi vergogno – risponde l’aggressore – l’Italia è nostra”. “Preferisco che sia sua – ribatte la donna – non sia mai l’Italia fosse tua”. Ma l’uomo non molla: “Io sono razzista”, dice quasi con orgoglio. La risposta della donna è netta: “No, non sei razzista, sei str….”. E di fronte alle minacce dell’aggressore, la donna non si perde d’animo, anzi: “Se ti vedo alzare un pugno, prendo l’ombrello e te lo scasso in testa”.

Il video poi si interrompe: sui social si racconta che, all’arrivo alla sua fermata, la signora è stata in qualche modo ‘scortata’ da un manovale di origini ucraine, pronto a intervenire qualora il protagonista dell’aggressione avesse provato a darle fastidio.

I vertici dell’Eav, l’azienda che gestisce il servizio ferroviario, lanciano un appello. Umberto De Gregorio, a capo della holding del trasporto regionale, dice: “Voglio ringraziare personalmente e a nome di Eav la signora coraggiosa che ha difeso un ragazzo pakistano sulla Circumvesuviana da un’aggressione razzista. Lo voglio fare di persona e da vicino. E voglio consegnarle un premio speciale ‘cittadini protagonisti'”.

Appello subito raccolto dalla rete: in poche ore è stato dato un nome alla signora. “Abbiamo rintracciato la signora del video. Si chiama Maria Rosaria – annuncia poche ore dopo lo stesso De Gregorio – ci ho parlato al telefono e ci incontreremo martedì. Una donna forte, consapevole e soprattutto umana. Ha voglia di raccontare, lo faremo insieme, in diretta Fb”.

Sui social sono tantissimi i commenti all’insegna dell’apprezzamento per il comportamento della donna. Maria Rosaria Coppola, questo il suo nome completo, dal canto suo, racconta: “Non ho avuto paura di essere aggredita perché in quel momento ero troppo arrabbiata per quello che stava succedendo sotto i miei occhi”.

“Ci ho pensato dopo – dice – quando ormai era andata”. Racconta la signora di non essersi nemmeno accorta che il ragazzo di fronte a lei, un manovale di origini ucraine con gli abiti sporchi da lavoro dopo il diverbio l’ha seguita perché temeva che quel ragazzo che aveva affrontato con tanto coraggio potesse aggredirla.

E non se la sente, Maria Rosaria, di rimproverare chi sul vagone del treno ha assistito al diverbio senza intervenire. “Erano vigili, lo so – sottolinea – e credo che se le cose fossero degenerate sarebbero intervenuti. In qualche momento forse un po’ di aiuto mi sarebbe piaciuto, ma so che non è facile. Non me la sento di alzare la voce con chi non è intervenuto. Vorrei, però che lo facesse chi deve vigilare, chi deve controllare quelli che dovrebbero far sentire la loro presenza. Il problema non deve essere spostato su chi non si immischia, ma su chi deve controllare e non lo fa. Da utilizzatrice dei mezzi pubblici sento la mancanza di un controllo da parte delle persone che invece queste cose le dovrebbero fare”.

Nei vagoni, in stazione come sulle banchine, dove “si vede di tutto, tanto per dirne una, si fuma”. In una situazione come quella di cui si è ritrovata protagonista, la signora sa che “è molto difficile intervenire, perché non sai con chi hai a che fare“. “Non sai se è armato, non sai se ci si può ragionare – riflette – ma ieri ho preferito reagire quando ho visto che il ragazzo pakistano ha iniziato a stringere i denti per non farlo”.

Maria Rosaria ripercorre quanto accaduto, fino al momento in cui è intervenuta. “Questo ragazzo napoletano è salito a Garibaldi – racconta – e ha iniziato subito a inveire contro il ragazzo pakistano, lo accusava di averlo spinto, di averlo strattonato e gli gridava: ‘Negro di m…'”. Il pakistano, come si vede anche nel video diventato virale, “non ha proferito parola”. Di lì la scelta di intervenire: “Sono intervenuta quando ho visto che stava stringendo i denti – conclude -. Io vorrei che il Paese fosse per quelle persone che erano davanti a me e che indossavano abiti da lavoro”.

 

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