RIMINI – “Le coppie omosessuali più esposte a malattie cardiovascolari e suicidio”. Questa la teoria di padre Giorgio Carbone, esponente dell’Ordine dei Domenicani, che è intervenuto al Meeting di Rimini nel dibattito “Gender e diritti civili”.
Francesco Gilioli e Giulia Costetti su Repubblica.it scrivono che a dare man forte a padre Carbone è stato anche il dottor Renzo Puccetti, che ha detto:
“Quelli tra omosessuali non sono veri matrimoni perché manca la relazione sessuale a fini riproduttivi: equivale a mettere un dito in un orecchio”.
Nella sua cronaca, Jenner Meletti approfondisce: il domenicano Giorgio Carbone usa
“parole rubate se non alla Scienza alla statistica: «Lo studio statistico più ampio mai compiuto è stato fatto in Danimarca, su danesi del Regno di Danimarca (meglio essere precisi, ndr). Questo studio, svolto dal 1981 al 2010 su sei milioni e mezzo di decessi ha accertato senza dubbio che le coppie eterosessuali hanno probabilità infinitamente minori, rispetto a quelle omosessuali, di correre rischi cardiocircolatori, rischi respiratori, di suicidio, di tentato suicidio, di Aids… Questa è la realtà dei fatti che bisogna conoscere, anche se tanti vogliono nascondere questi dati. Nessuno dica che non sono stato sufficiente chiaro».
Difficile dare torto al domenicano, sul problema della chiarezza. Insomma, i gay rischiano di andare nell’Aldilà (ovviamente all’inferno) prima degli altri. E se non arrivano l’infarto o il blocco respiratorio, ci pensano da soli buttandosi dalle finestre o contraendo l’Aids. Dopo il religioso, il medico.
Parla Renzo Puccetti, che racconta subito le differenze fra coppie etero e coppie omosessuali. «Queste ultime possono avere legami affettivi e ogni altro tipo di legame, ma non un rapporto sessuale di tipo generativo. Le coppie eterosessuali vivono insieme emozioni e spiritualità ma mettono anche assieme i loro corpi per la procreazione»”.
Quello dei gay non si può chiamare matrimonio:
“«Al massimo, si potrà definire amplessonio». Per chi non avesse capito il dottore spiega con un esempio. «Insomma, è come mettere un dito in un orecchio»”.