Papa Francesco in Corea, un milione di persone per la messa VIDEO, FOTO

SEUL – Un milione di persone ha assistito alla messa celebrata da papa Francesco, insieme al cardinale Pietro Parolin e l’arcivescovo Andrew Yeom Soo-jung, presso la Porta di Gwanghwaum di Suel. Durante il rito, celebrato in latino e coreano, il Pontefice ha beatificato Paul Yun Ji-Chung, primo martire della Chiesa coreana e altri 123 suoi compagni, uccisi durante la persecuzione del 1791.

“Viviamo in società dove, accanto a immense ricchezze, cresce in modo silenzioso la più abbiente povertà; dove raramente viene ascoltato il grido dei poveri; e dove Cristo continua a chiamare ci chiede di amarlo e servirlo tendendo la mano ai nostri fratelli e sorelle bisognosi”,

ha detto il Papa durante la messa celebrata in latino e coreano (le preghiere in inglese, coreano e cinese). Una delle preghiere dei fedeli è stata letta da un cinese della chiesa clandestina della Cina continentale.

MESSA ALLA GIORNATA DELLA GIOVENTU’ ASIATICA: “IL MIO INGLESE E’ POVERO”, E PARLA IN ITALIANO – Durante la messa nel World Stadium Cup di Daejon, lo stesso nel quale l’Italia fu sconfitta dai coreani nella contestata partita diretta dall’arbitro Moreno, papa Francesco si è scagliato contro le “economie disumane” e ha rivolto un appello ai giovani: “Non fatevi derubare della speranza”. Senza dimenticare una preghiera per le vittime del naufragio del SewolIl, una delle più gravi tragedie del Paese.

Parlando in inglese ad un certo punto si è interrotto e ha detto:

Il mio inglese è povero, ma un amico mi ha detto che non potevo parlarvi con un foglio in mano. Allora devo parlarvi spontaneamente, dal cuore ma ho difficoltà e anche se il mio inglese è povero alla fine ho deciso. Posso dire qualcosa di spontaneo, ma devo farlo in italiano, chiedo la traduzione, grazie”.

Così il Papa ha introdotto le sue risposte ai circa seimila ragazzi coreani radunati a Daejon per la giornata della gioventù asiatica a a Solmoe, il santuario nel sud del Paese sorto sul luogo natale del primo coreano divenuto prete, e poi martire, Andrea Kim Daejon. Il Pontefice è stato applaudito moltissimo quando ha detto che il suo inglese era povero. I ragazzi urlavano “non è vero” , ma lui ha ripetuto, “sì, sì, è povero”.

Nei diversi interventi pubblici papa Francesco ha sviluppato sotto diverse angolazioni il tema della ricchezza materiale e della idolatria del danaro che possono portare a “deserto spirituale”, “solitudine e disperazione”. Nella omelia a Daejon ha espresso condanna delle “economie disumane” e della “cultura della morte”. Nel dialogo con i ragazzi ha ascoltato molto seriamente le loro riflessioni. Ha anche promesso a uno di loro, una volta tornato a Roma, di incaricare il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, di avviare studi per beatificare e canonizzare anche i cambogiani.

L’intervento di uno dei ragazzi aveva osservato

“con un po’ di dolore e nostalgia della sua terra che in Cambogia non ci sono santi ancora. Bene, – ha detto il Papa – i santi in Cambogia ci sono, ma lo so, la Chiesa ancora non lo ha riconosciuto, non ha beatificato e canonizzato nessuno. Ti prometto che me ne occuperò quando tornerò a casa: parlerò all’incaricato di queste cose, che è un buon uomo, si chiama Angelo e gli chiederò di fare una ricerca su questo, lo prometto”.

(Foto Lapresse)

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