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Francia. Giudici su vita o morte di tetraplegico 39 anni a letto da 6 anni

di lgermini |21 Giugno 2014 12:34

Vincent Lambert

FRANCIA, REIMS – La sua vita o la sua morte sono nelle mani dei giudici. Saranno i magistrati del Consiglio di Stato a decidere, dopo due anni di battaglia giudiziaria, sulla sorte di Vincent Lambert, 39 anni, tetraplegico, inchiodato al letto da sei anni in stato vegetativo, alimentato e nutrito dalle macchine. Ai 17 giudici spetterà decidere se proseguire o interrompere i trattamenti che lo tengono in vita e la loro deliberazione sarà resa nota martedi prossimo.

Giovedi, per la prima volta, è stato fatto un passo per aiutare Vincent a morire. Il relatore del Consiglio di Stato si è detto favorevole a interrompere le cure e l’alimentazione artificiale “che hanno il solo effetto di mantenere Vincent Lambert artificialmente fermo nel suo stato”.

A fare appello ai supremi giudici sono stati i medici di Reims, che hanno in cura il paziente da anni: secondo loro non c’è nulla da fare. Vincent non reagisce ad alcun trattamento e non mostra alcuna forma di comunicazione, tanto che per due volte i dottori hanno preso l’iniziativa di interrompere l’alimentazione.

Ma a gennaio il tribunale di Chalons-en-Champagne aveva deciso di ontinuare a mantenerlo in vita, e richiesto una nuova perizia medica. Il cui esito aveva però confermato la “totale incoscienza” di Vincent. Il relatore Remi Keller ha dunque raccomandato di annullare la sentenza del tribunale di Chalons: secondo lui, “la decisione di interrompere il trattamento corrisponde alle condizioni della legge del 2005”, la cosiddetta ‘legge Leonetti’, che vieta l’accanimento terapeutico ma non autorizza l’eutanasia.

Alla moglie di Vincent, Rachel, e ai suoi genitori, Pierre e Viviane, non resta ora che attendere la nuova sentenza. Sulla sorte di Vincent, rimasto vittima di un incidente stradale nel 2008, la famiglia è spaccata. La moglie e alcuni fratelli condividono l’opinione dei medici di Reims, e li hanno affiancati nella decisione di fare appello al Consiglio di Stato. Rachel ricorda inoltre che Vincent, prima dell’incidente, gli aveva sempre detto che, se gli fosse successo qualcosa un giorno, non avrebbe mai voluto dipendere dalla macchine o da qualcuno e avrebbe preferito essere lasciato morire in pace. Ma non ha lasciato nulla di scritto.

I genitori invece non vogliono arrendersi e ritengono che il figlio non sia in fin di vita ma “presente”, perchè continua ad aprire e chiudere gli occhi, perchè ride e piange. “Se perdiamo Vincent per noi sarà l’orrore. Resteranno delle cicatrici, ma siamo fiduciosi”, hanno detto a Le Figaro, che li ha sentiti prima che il relatore del Consiglio di Stato fornisse un parere opposto alle loro speranze.

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