Il drammatico salvataggio di Ahmed, un bambino siriano. Il piccolo era sepolto sotto il crollo della sua casa e suntava solo un piede dalla macerie. I soccorritori sono intervenuti e sono riusciti a salvarlo. Accade in Siria nel villaggio di Qatma a nord di Aleppo.
I White Helmets, la protezione civile siriana, nel pomeriggio di ieri, a poche ore dalle forti scosse spiegava che “centinaia di persone sono ancora an intrappolate sotto le macerie”.
Filippo Agostino, coordinatore dei progetti della Fondazione Avsi in Siria, aggiunge che “la situazione ad Aleppo è drammatica, i palazzi crollati, le macerie che rendono le strade non percorribili, la gente terrorizzata e infreddolita ha bisogno di tutto. Il terremoto è una crisi arrivata dopo tutte le altre che affliggono la Siria, non ultima l’epidemia di colera”.
Avsi è un’ organizzazione non governativa senza scopo di lucro,che si ispira alla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica. Nata a Cesena nel 1972, e impegnata con più di 200 progetti di cooperazione allo sviluppo in 38 paesi. “La popolazione ha bisogno di coperte, vestiti, pasti caldi perchè ha abbandonato le case senza portare via nulla”. ” Sono già stati allestiti 17 centri di raccolta per cercare di tenere al caldo le persone” aggiunge Agostino.
Quando c’è stata la scossa di 7.8 in piena notte, è “corso giù dalle scale come un pazzo” con in braccio il bambino e aiutando la moglie incinta. A raccontarlo è Anas Habbas, 37 anni, che vive ad Aleppo, la città martire di 11 anni di guerra civile siriana. “Una volta in strada, abbiamo visto decine di famiglie in preda a terrore e shock. Alcuni cadevano in ginocchio piangendo o pregando, come se fosse il Giorno del Giudizio. E’ molto più difficile di cannonate e pallottole. Non ho mai avuto questa sensazione nemmeno nei lunghi anni della guerra”, dice Anas. A Idlib, altra città martire della guerra, nell’ospedale Al-Rahma, è ricoverato con ferite alla testa Abdel Hamid, che vive nel vicino villaggio di Azmarin, non lontano dal confine turco. “Dormivamo profondamente quando abbiamo sentito un terremoto pazzesco. Mi sono svegliato e con i miei bambini e mia moglie sono uscito dalla porta di casa. Un attimo dopo che ho aperto la porta l’intero edificio (di quattro piani) è venuto giù. Le mura ci sono cadute addosso, ma mio figlio è riuscito a uscire. I nostri vicini sono tutti morti, ma la mia famiglia si è salvata”. Abdel dice di aver cominciato a strillare e la gente si è radunata intorno: “E così ci hanno tirato fuori dalle macerie”. I figli sono stati portati all’ospedale di Darkush. A seguire il video del salvataggio del piccolo Ahmed.