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YOUTUBE Non riesce a prelevare al bancomat: massacra di botte una donna in fila

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A sinistra Judith gHood dopo a destra Carla Peak.

NEWCASTLE – Una madre di tre figli viene brutalmente picchiata in strada da una donna infuriata dal fatto che non riesce a prelevare i soldi al bancomat. Intorno ci sono diversi passanti che non intervengono. Judith Hood  (48 anni) viene picchiata da Carla Peak (30 anni) senza motivo. La donna si trova in fila al bancomat ed è dopo la Peak. Improvvisamente viene aggredita e calpestata e le vengono strappati i capelli. L’aggressione dura in tutto otto minuti e la Hood viene ricoverata con una frattura alle costole e una spalla lussata.

La drammatica aggressione è avvenuta il 14 aprile scorso a Bridge Street nella cittadina di Blyth, nel Northumberland inglese. Ne parla il Daily Mail che pubblica il video ora, dato che a dicembre si è svolta alla Newcastle Crown Count un’udienza che ha condannato definitivamente la trentenne Peak a 18 mesi di carcere. Racconta la Hood: “Il mio taxi ci stava mettendo una vita. Avevo fretta e le ho chiesto gentilmente di sbrigarsi. Lei ha urlato: ‘Dammi i miei soldi’. E mi sono ritrovata per terra con lei che mi picchiava”.

Al Daily Mail, la Hood presente all’udienza definitiva, ha raccontato: “La cosa che mi ha scioccato di più è stato sedermi in Tribunale vicino a lei. Quando ho subito l’aggressione non è intervenuto nessuno ed ho perso un po’ di fede nell’umanità. Non sono andata direttamente all’ospedale perché volevo solo restarmene a casa mia. Ci sono andata solo la mattina dopo, prima di andare a denunciare l’accaduto alla polizia. Ero così confusa durante l’attacco. Non c’era ragione di farlo. All’inizio pensavo fosse una rapina ma non sono stata derubata di nulla”.

Solo pochi mesi prima dell’attacco orribile, la 48enne aveva subito un devastante incendio che le aveva distrutto la casa e la maggior parte delle sue cose. Judith ha aggiunto: “All’inizio mi sentivo un po ‘dispiaciuta per lei (la Peak ndr) perché ha tre figli piccoli. Questo però non giustifica ciò che mi ha fatto e quanti problemi mi abbia causato. Non sono potuta uscire otto mesi. Avevo paura di tutto. Di notte, quando chiudo gli occhi, sento ancora le sue mani su di me”.

 

 

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