I diritti, l’aborto e la liberazione della Palestina. Centinaia di persone sono scese in piazza a Chicago a poche ore dall’apertura della convention democratica per far sentire la loro voce e chiedere un cambio di passo. Le proteste sono state perlopiù pacifiche ed hanno riportato alla mentre quelle avvenute nel 1968 sempre a Chicago, in cui si chiedeva la fine della guerra in Vietnam.
Ci sono stati però anche degli arresti, almeno quattro stando alla Polizia. Si è trattato di un piccolo gruppo che si è staccato dalla marcia iniziata a Union Park (a meno di un chilometro dallo United Center dove si stava svolgendo la convention nazionale dei democratici) ed è riuscito a passare attraverso uno dei cancelli del perimetro di sicurezza, per poi essere bloccato dagli agenti in tenuta antisommossa. La polizia, dopo essere stata raggiunta da un gruppo di altri 50 agenti, ha chiesto ai manifestanti di disperdersi, senza ottenere successo. Alcune persone sono fuggite dopo che alcuni agenti in tenuta antisommossa si sono posizionati dietro il gruppo, bloccando l’uscita.
All’interno della convention, quella che ha consacrato Kamala Harris, migliaia di democratici riuniti allo United Center di Chicago si stringono attorno a Joe Biden nella notte del suo addio alla corsa per la Casa Bianca. L’anziano presidente chiude la prima giornata della convention democratica con un’ovazione non solo da parte dei delegati ma anche da tutti gli oratori che hanno parlato prima di lui, dalla candidata Kamala Harris intervenuta a sorpresa a Hillary Clinton che ha infiammato la convention, subito dopo Alexandria Ocasio-Cortez.
Salito sul palco dopo l’intervento della first Lady Jill Biden – che ha ricordato le ore drammatiche di introspezione prima della decisione di ritirarsi e della figlia Ashley, che lo ha definito un “cuore coraggioso” – Biden è apparso commosso e si è persino asciugato le lacrime con un fazzoletto. Ma pochi minuti dopo aver iniziato a parlare e a ripercorrere tutte le conquiste della sua amministrazione è diventato un leone, come non si vedeva almeno da un anno. “Non c’è posto negli Stati Uniti per la violenza politica. La democrazia ha prevalso e adesso deve essere mantenuta”, ha dichiarato attaccando il suo rivale Donald Trump in un discorso di 40 minuti. “Non si può amare il proprio Paese solo quando si vince”, ha incalzato ribadendo che la minaccia del tycoon “è ancora viva e se perde si rischia un bagno di sangue”. Un discorso quello del commander-in-chief con tutti i classici della sua retorica – dall’importanza della classe media alla necessità dei controlli sulle armi – tanto che secondo qualche analista era lo stesso intervento che avrebbe tenuto in caso di nomination. “Trump è un bugiardo, un perdente e un criminale condannato. L’America è prospera e vincente. Non c’è nessun Paese al mondo che non pensi che l’America deve guidarlo”, ha attaccato ancora Biden.
Il presidente ha poi affrontato l’elefante nella stanza, la guerra a Gaza, assicurando che sta lavorando “24 ore su 24 per un cessate il fuoco” e ammettendo che “chi protesta ha le sue ragioni”. Infine la chiusura del suo discorso per il passaggio di testimone. “Amo il mio lavoro ma amo di più il mio Paese, al quale ho dato il meglio, anima e cuore. Kamala è stata la migliore decisione che io abbia mai preso. E’ tosta, competente ed ha una straordinaria integrità”, ha detto assicurando che “sarà il volontario migliore che lei e Tim abbiano mai visto” e scherzando che “i migliori presidenti sono stati vice“.
Harris era salita a sorpresa sul palco qualche ora prima per rendergli omaggio. “Ti saremo grati per sempre”, ha detto la candidata democratica che poi risalita sul palco alla fine del discorso del presidente con il quale si è scambiato un abbraccio affettuoso. Tra gli altri highlight della serata c’è stato l’intervento di Alexandria Ocasio-Cortez che da outsider si è conquistata di diritto un posto di primo piano alla convention. Ma la vera star, forse a sorpresa, della serata è stata Hillary Clinton, accolta da un’ovazione superata solo da quella concessa a Biden. A Trump ” non interessa nessuno. Prende in giro Kamala Harris per il nome e la critica, mi suona familiare”, ha detto l’ex segretaria di Stato che conosce le tattiche del tycoon forse meglio di chiunque altro per averle subite nel 2016. “Siamo più vicini che mai a rompere una volte per tutte il soffitto di cristallo dopo le crepe che abbiamo creato”, ha aggiunto Clinton con una punta di nostalgia. “E dietro quelle crepe vedo Kamala Harris che ci tende la mano”. L’ex candidata repubblicana ha anche parlato dell’aborto, uno dei temi centrali di questa giornata che ha visto le toccanti testimonianze di tre donne, Amanda Zurawski, Kaitlyn Joshua e Hadley Duvall.
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