Matteo Salvini, leader della Lega e attuale vicepremier, ha pubblicato un video sui social in cui difende la sua gestione del caso Open Arms, al centro di un processo per il quale rischia una condanna di sei anni. L’ex ministro dell’Interno ricostruisce la vicenda in tono drammatico, accompagnato da una musica di tensione e un’illuminazione teatrale. Nel video, Salvini rivendica di aver firmato, insieme al governo, il divieto d’ingresso nelle acque italiane per la nave spagnola Open Arms, al fine di contrastare l’immigrazione irregolare e proteggere i confini nazionali.
Secondo Salvini, la sua azione politica ha contribuito a ridurre significativamente il numero degli sbarchi e delle vittime nel Mediterraneo. Nel video sottolinea che, durante il suo mandato, gli sbarchi erano calati da 42.700 a 8.691, mentre, dopo la sua uscita di scena, sarebbero nuovamente saliti oltre quota 21.000. Concludendo il suo intervento, Salvini fa riferimento all’articolo 52 della Costituzione, che sancisce la “difesa della Patria come sacro dovere”, un chiaro messaggio volto a rafforzare la sua linea difensiva nel processo.
La controversia a Rainews
La diffusione del video di Salvini ha sollevato una polemica all’interno della redazione di Rainews, dove il filmato è stato mandato in onda integralmente. Il Comitato di redazione (Cdr) ha espresso forte disappunto, criticando la decisione di trasmettere quasi quattro minuti di “monologo” senza alcun contraddittorio. In una nota, il Cdr ha denunciato che il canale Rai sarebbe stato utilizzato come “megafono” per le dichiarazioni di Salvini, violando le regole del buon giornalismo, che richiedono equilibrio e mediazione. Il comitato ha chiesto spiegazioni al direttore di Rainews, Paolo Petrecca, e ha invocato la necessità di dare spazio anche alla controparte.
La risposta della Lega
Le critiche sollevate dai giornalisti di Rainews hanno provocato la reazione dei parlamentari della Lega in commissione di Vigilanza Rai. In una nota, i leghisti hanno definito la polemica “sconcertante”, accusando alcuni membri della redazione di voler censurare un commento rilevante su un processo di grande interesse pubblico. Secondo i parlamentari della Lega, in un “paese normale” questo processo contro Salvini non avrebbe neppure avuto luogo. Hanno inoltre espresso solidarietà ai giornalisti Rai che, a loro dire, tentano di svolgere il proprio lavoro nonostante le pressioni di quella che definiscono “militanti di sinistra con contratto giornalistico”.
Un caso politico e mediatico
Il caso Open Arms si è trasformato non solo in un processo giudiziario ma anche in un terreno di scontro politico e mediatico. Da una parte, Salvini difende la sua politica migratoria come necessaria per la sicurezza del Paese, dall’altra, la gestione mediatica della sua vicenda è oggetto di critiche all’interno della Rai, uno degli enti pubblici più rilevanti in Italia.