Scontri contro il Dpcm: a Palermo bombe carta VIDEO E poi Bari, Genova, Reggio Emilia... Scontri contro il Dpcm: a Palermo bombe carta VIDEO E poi Bari, Genova, Reggio Emilia...

Scontri contro il Dpcm: a Palermo bombe carta VIDEO E poi Bari, Genova…

Per alcune categorie è l’ennesima “mazzata”. Il nuovo Dpcm riaccende il malcontento, che in alcuni casi sfocia in disperazione. In alcune città il dissenso prende forme più esasperate, e c’è sempre chi se ne approfitta. E si imbosca, nella protesta civile. Forse già con l’intenzione di alzare i toni dello scontro. E chissà, forse, con la premeditazione di usare anche la violenza. 

Continuano gli scontri in piazza contro le restrizioni del governo: stavolta le proteste più violente sono state a Palermo.

Scontri contro le restrizioni imposte del Dpcm del governo: stavolta le più violente a Palermo, con bombe carta da una parte e cariche dall’altra. E’ l’altra faccia della protesta: da un lato le manifestazioni “civili” di ristoratori e esercenti in crisi, dall’altro facinorosi che usano il malcontento per vandalizzare le città.

Scontri a Palermo, Bari, Genova

Mercoledì 28 ottobre arresti e denunce tra Napoli, Torino e Roma, mentre in serata la tensione è salita in diverse altre città. Da Bari a Genova, da Palermo a Reggio Emilia. 

Per tutta la giornata in Italia sono andati in scena sit-in e flash-mob di quella che viene considerata la “protesta civile”. In serata, invece, ancora una volta disordini e tafferugli in varie città. A Palermo alcuni appartenenti ai centri sociali hanno lanciato fumogeni, petardi e bottiglie di vetro contro le forze dell’ordine. Gli agenti, in tenuta antisommossa, hanno reagito con una carica. Un petardo ha colpito un operatore tv, che è stato soccorso da un’ambulanza. Due persone sono state fermate.

A Bari, bombe carta e petardi sono stati lanciati in via Sparano, la principale strada dello shopping di Bari, senza causare danni. Si tratta del gesto di singoli, perchè migliaia di persone, partecipanti a tre diverse manifestazioni, hanno invece espresso pacificamente il loro dissenso.

Disordini nella centrale piazza De Ferrari a Genova, dopo l’arrivo ultras di Sampdoria e Genoa, con lancio di bottiglie, scoppio di petardi, accensione di fumogeni e cariche di alleggerimento da parte delle forze dell’ordine.

Momenti di tensione anche a Pescara, mentre a Reggio Emilia un gruppo di manifestanti si è diretto verso l’ingresso del municipio con l’intenzione annunciata a gran voce di occuparlo: l’intervento diplomatico della Digos schierata davanti al Comune ha scongiurato il peggio, bloccando sul nascere ogni tentativo.

L’allarme della Lamorgese per la violenza in strada

Il dissenso di un’Italia in sofferenza mostra due facce diverse, con gli scontri che però mettono in allerta Viminale, Forze di polizia e Servizi segreti. E’ stato lo stesso ministro, Luciana Lamorgese, a spiegare in Senato che “l’obiettivo comune deve essere quello di assicurare la tenuta sociale del Paese”.

“Accanto alle civili proteste dei cittadini – ha sottolineato – abbiamo assistito a inqualificabili episodi di violenza e guerriglia urbana. Si è trattato di episodi che hanno trovato soltanto occasionale pretesto nel malcontento. Tutti gli episodi hanno visto all’opera soggetti che nulla hanno a che fare con le categorie interessate dalle misure del governo”.

E proprio di questo si è discusso anche nel Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza. Discussione che ha chiarito (qualora ce ne fosse bisogno) come dietro gli episodi dei tafferugli contro le forze dell’ordine non ci sia una regia unica, come paventato da più parti negli ultimi giorni.

Le aggressioni e gli atti vandalici sono riconducibili – spiega il Viminale – “a gruppi antagonisti di destra e di sinistra, a esponenti delle tifoserie ultras e a elementi della criminalità” e “non sono emersi evidenti elementi su una regia unica”.

La caratterizzazione territoriale delle proteste

Secondo la titolare del Viminale, le proteste hanno una “forte caratterizzazione territoriale” e si diffondo estemporaneamente attraverso i social network. A Milano, però, si è riscontrata una presenza maggiore di “giovani appartenenti al mondo del lavoro autonomo“. “Dei 28 denunciati – ha rivelato – 13 sono minorenni”, una peculiarità che solo del capoluogo lombardo. (Fonti Ansa e YouTube Palermo Live)

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