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La polizia blocca i manifestanti che vogliono “occupare Wall Street”

di luiss_vcontursi |26 Settembre 2011 16:27

NEW YORK – Il motto è chiarissimo: ”Occupiamo Wall Street”. Ma il perche’ non e’ ben chiaro. Centinaia di persone, soprattutto ragazzi, hanno risposto alla ‘chiamata’ e da una settimana si sono accampati in un parco del distretto finanziario di New York, vicino al ‘tempio’ mondiale della finanza, di cui vogliono denunciare ”l’avidità”.

Finora sono passati pero’ quasi inosservati, con la citta’ presa dall’Assemblea generale dell’Onu. Fino a domenica, quando hanno provato ad alzare la voce, a marciare verso il centro, verso l’elegante e opulenta quinta strada, e la polizia li ha fermati. Con le maniere spicce. Ha steso un rete di plastica arancione lungo i marciapiedi e ha arrestato i piu’ eccitati. Almeno 80, secondo i dati della polizia. Un centinaio, secondo l’Associazione di avvocati che ha deciso di sostenerli. Per farsi notare, i manifestanti hanno scelto di ”esercitare pressione sui ricchi, per la loro influenza su Washington”, rispolverando anche uno stile hippy dal sapore anni ’60.

L’ispirazione l’hanno pero’ presa dalla ‘primavera araba’. Nel loro sito web precisano che ”occupaywallstreet e’ un movimento popolare per la democrazia, nato in America il 17 settembre con un accampamento nel distretto finanziario di New York. Ispirati dalla rivolta egiziana di Piazza Tahrir e dagli acampadas spagnoli, vogliamo la fine della corruzione della nostra democrazia”.

Un programma vago, in cui si sono ritrovati molti giovani della classe media che hanno studiato molto ma che sono disoccupati. Sono arrivati con tamburi e bandane dalla Grande Mela, ma anche dalla Pennsylvania, Massachusetts, Texas, Missouri, aggiungendo richieste come la fine della pena di morte e dei tagli al bilancio e l’inizio dei tagli alla difesa, il ritiro dei soldati in Iraq e Afghanistan, l’abolizione della Federal Reserve, la protezione dell’ambiente. Nel loro ‘quartier generale’, nello Zuccotti Park, hanno innalzato cartelli e striscioni, con scritte come ”piu’ tasse ai ricchi”, oppure ”Come together, right now”, da una nota canzone dei Beatles, o ‘siamo tutti Troy Davis”, ovvero l’afroamericano messo a morte tre giorni fa con un’iniezione letale in un carcere della Georgia in base ad una controversa sentenza.

Oppure come: ”ho detto Ascolta, non ho detto Guarda”, innalzato da un razza bionda con indosso solo le mutandine. In pochi giorni, alcuni se ne sono tornati a casa, altri insistono nell’accampamento, sottolineando i messaggi di solidarieta’ che arrivano nel web da varie parti del mondo, dove stanno sorgendo iniziative analoghe. Nel loro sito indicano che sono nati filoni tweeter o facebook come ”tomalabolsa” a Madrid, o ”occupybankofengland” a Londra e anche a Milano ”occupazionepiazzaaffari”.

I ricchi investitori di Wall Street apparentemente pero’ li ignorano. E persino gli yuppie, di cui vogliono attirare l’attenzione, al massimo li giudicano con sufficienza. Uno di loro, citato dal New York Times, ha ad esempio commentato sprezzante: ”Sono ragazzi che siedono nel parco con i loro computer Apple, quando Apple e’ uno dei piu’ grandi monopoli al mondo, con azioni che valgono 400 dollari l’una. E questo lo sanno?”.

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