Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha promosso degli spot sulla sicurezza stradale che sono stati criticati per il fatto che i protagonisti non indossano le cinture di sicurezza. Ed ora gli spot, assicura il regista Daniele Falleri, verranno cambiati. Gli spot sono stati realizzati per promuovere la sicurezza stradale mettendo in risalto i comportamenti pericolosi che creano il maggior numero di incidenti stradali: l’uso di droghe, la distrazione per i telefonini, l’alta velocità. I ragazzi usati vengono fotografati alle prese con diversi momenti di euforia. Falleri si dice rammaricato per la mancanza della cintura di sicurezza e promette che verranno cambiati “affinché gli spettatori non vengano distolti dall’unico obiettivo che ci sta veramente a cuore: sensibilizzare tutti a contribuire, ognuno nel suo piccolo, a salvare vite umane”. Il ministero si è invece difeso spiegando che gli spot incriminati non sono stati ancora trasmessi sulla Rai non essendo stata nemmeno definita la loro programmazione.
I tre spot resi noti dal ministero sono tutti e tre centrati sui comportamenti scorretti di una comitiva di ragazzi e ragazze che entrati in macchina in un caso fumano uno spinello. Nel secondo caso si distraggono guardando un cellulare. Nel terzo decidono di fare una corsa viaggiando ad alta velocità. Durante lo spot l’immagine si sdoppia e alla fine si vede da una parte il comportamento errato e l’incidente. Dall’altra parte invece il diverso esito della serata se il guidatore rifiuta di fumare lo spinello, chiede di non essere disturbato o, come nel terzo caso, proprio non accende il motore e invita a prendersi una pizza.
La cosa che ha colpito è il fatto che in nessuna delle diverse situazioni i protagonisti indossino le cinture di sicurezza. Sul tema è intervenuto il capogruppo del Pd in commissione vigilanza Rai Stefano Graziano per chiedere al dipartimento per l’editoria di bloccare la nuova campagna sulla sicurezza stradale. Lo stesso hanno fatto con una nota un gruppo di deputati del M5s che hanno attaccato Salvini dicendo che il ministro e la “sicurezza stradale sono due rette parallele destinate a non incontrarsi mai”.