KOBANE (SIRIA) – Serena Shim, giornalista televisiva americana di origini libanesi inviata sul confine Siria-Turchia, è stata uccisa dalla Cia? E’ quanto si chiede Rodney Martin, attivista e fondatore della radio American Nationalist Network. E non è il solo ad interrogarsi sulla sua strana morte.
La giovane cronista, 30 anni, madre di due bambini, ha perso la vita in un incidente vicino a Kobane, la città curda in Siria assediata dai guerriglieri islamici dell’Isis. Era inviata della televisione iraniana Press Tv, che adesso definisce l’incidente “sospetto”.
Shim è morta mentre rientrava con il suo cameraman (rimasto ferito) in un albergo dopo aver lavorato a Suruc, nella provincia turca di Sanliurfa. L’auto su cui i due viaggiavano si è scontrata con un mezzo pesante, il cui autista è stato attestato.
L’emittente Press Tv parla espressamente di “operazione della Cia, molto probabilmente con la collaborazione della Turchia”.
Shim e il suo cameraman erano arrivati in Siria la settimana scorsa. Venerdì 17 ottobre la giornalista aveva detto di essere stata accusata di spionaggio dall’intelligence turca.
“probabilmente a causa di alcuni lavori sulla posizione di Ankara nei confronti dei miliziani dello Stato islamico a Kobane e nei dintorni”.
Temeva l’arresto, ma non la morte. Una morte avvenuta, ha detto Martin, in un modo molto sospetto:
“incidenti automobilistici da farsa sono una specialità della Cia e dei loro allievi del Mossad fin dagli anni Cinquanta. Inoltre la Cia ha preso di mira quelli che hanno esposto i loro inganni, e l’Isis è un grande inganno della Cia”.
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