DAMASCO – “Centinaia di persone, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi dalle forze del presidente Bashar al-Assad in un attacco con gas nervino in una roccaforte ribelle nella regione di Guta”. Lo hanno riferito attivisti dell’opposizione, spiegando che le informazioni provengono dai centri medici della regione. Gli attivisti hanno citato Bayan Baker, una infermiera di un ospedale da campo. Immediata la smentita del governo: “Le informazioni sull’utilizzo di armi chimiche a Ghouta sono totalmente false. I canali al-Jazeera e al-Arabiya sostengono il terrorismo ed essere corresponsabili dello spargimento di sangue siriano”.
Il bilancio delle vittime è molto incerto. L’osservatorio siriano per i diritti umani, che ha sede a Londra, parla di “decine di vittime”. Il coordinamento dell’opposizione locale ha parlato di 213 morti, mentre il Consiglio del comando rivoluzionario siriano, in una dichiarazione rilasciata alla tv al-Arabiya, ha detto che le vittime sono “oltre 500”.
Razzi con il potente gas avrebbero colpito i sobborghi di Ghouta, Ain Tarma, Zamalka e Jobar. A Damasco c’è una missione di esperti dell’Onu incaricata di verificare se sono state usate armi chimiche nel conflitto tra lealisti e ribelli, che si sono più volte accusati reciprocamente.
In Siria in questi giorni è in corso una missione di esperti dell’Onu incaricata di verificare se sono state usate armi chimiche nel conflitto tra lealisti e ribelli, che si sono più volte accusati reciprocamente. Gli ispettori sono arrivati domenica, ma i movimenti e le attività della squadra, guidata dallo svedese Ake Sellstrom, sono tenute segrete. Non si sa quindi dove si trovino in questo momento gli esperti delle Nazioni Unite.
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