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La strage nella scuola cristiana? Poco dopo Biden già parla del suo gelato preferito

Un nuovo scivolone di Joe Biden che, noto per le sue scivolate anche linguistiche, ha scherzato del suo gelato preferito poco dopo la strage nella scuola privata cristiana di Nashville. “Mi chiamo Joe Biden. Sono il marito della dottoressa Jill Biden. Mangio il gelato Jeni’s con gocce di cioccolato. Sono sceso perché ho sentito che c’era il gelato con gocce di cioccolato. A proposito, ne ho un intero frigorifero pieno al piano di sopra. Pensate che stia scherzando? Non è così”, ha esordito il presidente tra le risate del pubblico in apertura del vertice delle Imprese a conduzione femminile tenuto alla Casa Bianca, presente anche l’azienda dell’ Ohio che produce questo gelato.

Biden, il gelato e la strage

Il video della battuta, pubblicato sul web, è diventato subito virale ed è stato cavalcato sui network di destra. “Dire che ha frainteso il momento sarebbe un eufemismo”, ha commentato l’ex governatore del New Jersey Chris Christie a Fox News. “Oltre al tentativo inopportuno di fare dell’umorismo, la prolungata divagazione di Biden sul gelato sarà probabilmente usata da coloro che dicono che (il presidente) è semplicemente troppo vecchio per essere eletto per un secondo mandato”, scrive il New York Post.

Biden, dopo essersi presentato alla platea scherzando anche con dei ragazzini e dopo aver parlato del gelato, ha poi assunto un tono serio e ha commentato la strage. “Prima di iniziare a parlare, ed è il motivo per cui ho dedicato un po’ di tempo ai bambini, voglio parlare molto brevemente della sparatoria nella scuola di Nashville, nel Tennessee”, ha detto il presidente, ricordando che la lotta alle armi facili è stato un impegno di tutta la sua carriera politica. “E’ straziante. Il peggior incubo di una famiglia. E voglio elogiare la polizia che ha risposto in modo incredibilmente rapido per porre fine al pericolo”, ha osservato prima di lanciare un nuovo appello a “fare di più per fermare la violenza armata: sta lacerando le nostre comunità, lacerando l’anima stessa di questa nazione. E noi… dobbiamo fare di più per proteggere le nostre scuole in modo che non vengano trasformate in prigioni”.

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