L’esercito cinese ha iniziato una nuova serie di esercitazioni di guerra. Diverse navi della marina hanno di fatto “accerchiato” Taiwan ed hanno avvertito che si tratta di un avvertimento agli “atti separatisti delle forze indipendentiste di Taiwan”. A riferirlo è la televisione di stato CCTV che ha mostrato la mappa delle esercitazioni, dal nome in codice “Joint Sword-2024B”.
Taiwan ha rilevato anche 125 aerei cinesi intorno all’isola dopo l’avvio delle esercitazioni militari. “Aerei da combattimento e bombardieri e altri aerei avanzati hanno volato sullo Stretto di Taiwan”, ha riferito il network statale Cctv, secondo cui “parecchi cacciatorpedinieri e fregate del Comando navale del Teatro orientale “hanno condotto manovre in modo simultaneo”. Le esercitazioni”mettono alla prova le capacità operative congiunte delle truppe del comando del teatro”, si legge in un comunicato del ministero della Difesa. La Cina ha in seguito riferito di aver “completato con successo le manovre militari Joint Sword-2024B” intorno a Taiwan, aggiungendo di aver l’opportunità di testare “le capacità operative integrate delle sue truppe”.
Taiwan, da parte sua, ha annunciato di aver dispiegato “forze adeguate” in risposta all’avvio delle esercitazioni militari cinesi. Successivamente, il presidente taiwanese William Lai ha tenuto un meeting “di alto livello” del Consiglio di sicurezza per fare il punto della situazione. Il ministero della Difesa ha condannato in un comunicato i “comportamenti irrazionali e provocatori” di Pechino, precisando di aver “dispiegato forze adeguate per rispondere adeguatamente, con l’obiettivo di proteggere la libertà e la democrazia, nonché di difendere la sovranità” di Taiwan.
Lai ha rinnovato la sua promessa sulla protezione della democrazia di Taiwan. “Di fronte alle minacce esterne, vorrei rassicurare i miei compatrioti che il governo continuerà a difendere il sistema costituzionale democratico e libero, a proteggere la democratica Taiwan e a salvaguardare la sicurezza nazionale”, ha rimarcato Lai in un post su Facebook, a pochi giorni dalle valutazioni espresse il 10 ottobre per i 113 anni della Repubblica di Cina, il nome ufficiale dell’isola, alla base della prova di forza di Pechino.
Gli Stati Uniti si sono detti “seriamente preoccupati per le esercitazioni militari congiunte dell’Esercito popolare di liberazione nello Stretto di Taiwan e nei dintorni di Taiwan”. In una nota, il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha rilevato che la risposta di Pechino “con provocazioni militari a un discorso annuale di routine (del presidente di Taiwan William Lai per le celebrazioni del 10 ottobre sui 113 anni della Repubblica di Cina, il nome ufficiale di Taipei ndr) è ingiustificata e rischia di degenerare”. L’invito è “ad agire con moderazione e di evitare ulteriori azioni che possano minare la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e nella regione”, essenziale per la pace e la prosperità regionali.
Lo scopo delle manovre militari cinesi intorno a Taiwan è di poter effettuare il blocco di porti e aree chiave, l’assalto a obiettivi marittimi e terrestri, la conquista di una superiorità globale nonché l’invio di un “severo avvertimento agli atti separatisti delle forze di ‘Indipendenza di Taiwan'”, ha affermato Pechino. Lai, definito dalla leadership mandarina un “separatista” e un “piantagrane”, ha promesso di “resistere all’annessione” dell’isola, e ha insistito che Pechino e Taipei “non sono subordinate l’una all’altra” e che la Repubblica popolare non ha il diritto di rappresentare l’isola. Tutte “provocazioni”, secondo il Dragone, in grado di causare potenzialmente “un disastro” a Taiwan.
Da parte sua, la guardia costiera cinese ha riferito di aver inviato sue navi per condurre “ispezioni” attorno a Taiwan, nell’ambito delle esercitazioni militari contro l’isola, che Pechino rivendica come parte del suo territorio, da riunificare anche con la forza se necessario. Le unità 2901, 1305, 1303 e 2102 stanno “effettuando ispezioni nelle acque circostanti l’isola di Taiwan in conformità con la legge basata sul principio della Unità Cina”, ha affermato in una nota il portavoce della guardia costiera Liu Dejun.