E’ il primo ”cacciatore di Terre” e lo sta dimostrando: il telescopio Kepler lanciato dalla Nasa il 7 marzo 2009 è stato programmato per riuscire a cogliere le variazioni nella luminosità di stelle lontanissime: segnali importantissimi perché sono le spie del transito di un pianeta davanti al disco del loro sole.
L’obiettivo principale di questo strumento senza precedenti è andare in cerca di piccoli pianeti rocciosi che si trovano nella cosiddetta zona abitabile, ossia ad una distanza tale dalla loro stella compatibile con l’esistenza di acqua allo stato liquido e nella quale potrebbe essere possibile la vita. Grazie a questo telescopio la ricerca dei pianeti esterni al Sistema Solare è destinata ad avere un’impennata perché i suoi strumenti gli permettono di conoscere molte cose dei pianeti: le dimensioni, la forma dell’orbita, la luminosità, la massa e la densità.
In questo modo il telescopio spaziale ha passato finora in rassegna una vasta porzione del cielo, restringendo progressivamente il numero dei pianeti potenzialmente interessanti. Delle circa 156 mila stelle individuate da Kepler come possibili ospiti di sistemi planetari, 706 potrebbero avere pianeti piccoli come la Terra o un po’ meno grandi di Giove. Di questi ne ha osservati finora 306 e almeno cinque stelle potrebbero ospitare più pianeti. Questa prima fase di analisi ha portato a scoprire il sistema di 5 pianeti giganti caldi che ruotano intorno alla stella Kepler-4 e un pianeta roccioso di tipo terrestre, Kepler-10b, che ha diametro 1,4 volte quello della Terra. Adesso comincia la nuova fase di analisi, sulle altre 400 stelle. Il primo risultato di questa nuova fase di analisi è la scoperta del primo sistema solare con ben 6 pianeti, 5 dei quali hanno dimensioni confrontabili con quelle della Terra.