Torino, Salvini non va in Tribunale: fuori però c’è chi recita il rosario per lui VIDEO

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Angela Ciconte, la promoptrice del gruppo “I cinque passi”

TORINO – Una preghiera per Matteo Salvini davanti all’ingresso del Palazzo di Giustizia di Torino. L’iniziativa è stata presa dal gruppo “I Cinque sassi” in occasione della ripresa del processo in cui il leader della Lega è imputato di vilipendio alla magistratura.

A differenza di quanto previsto in un primo momento, Salvini non sarà presente all’udienza per impegni in Parlamento ma l’iniziativa si è tenuta ugualmente. “Noi siamo fieri di lui e del lavoro che sta facendo per l’Italia e gli italiani” ha detto la promotrice, Angela Ciconte, che ha anche raccontato di avere incontrato Salvini sabato sera alla presentazione di un libro e di avere ottenuto il suo ‘via libera”. “Sappiamo – ha spiegato – che lui prega come preghiamo noi. Ma non ci saremmo mai permessi di fare qualcosa senza il suo consenso”.

Quanto al movimento delle sardine, che la sera di oggi, martedì 10 dicembre, manifesteranno a Torino, Ciconte ha voluto precisare che la loro non è una contrapposizione: “Noi al massimo siamo i salmoni che vanno controcorrente verso la sorgente della vita”.

Angela Ciconte, chi è la donna che prega per Salvini

Angela Ciconte ha 53 anni ed è la cofondatrice del movimento “I cinque sassi”. A proposito di Salvini, in un’intervista al Corriere della Sera rilasciata nei giorni scorsi ha detto che si tratta di “un uomo che con umiltà si affida a una forza superiore”.

Di lei racconta:”Sono stata presidente di un centro di aiuto alla vita e candidata prima al Comune e poi al Senato per il Popolo della Famiglia, che all’assemblea costituente mi ha folgorato per le sue idee (…) Non rinnego quel percorso, ma poi è sparita la coerenza tra ciò che facevano e quello che sentivano”.

Coerenza che vede in Salvini?

“Sì. Ha affidato l’Italia alla Madonna perché è l’unica che può salvarci dal baratro: non ci sono regole, non c’è famiglia, non c’è vita. La Bonino è andata nelle Chiese a parlare di accoglienza e perdita di popolazione che lei ha aiutato ad uccidere. La prima vita è quella in grembo”.

Lei è contro l’aborto?

“Essere contro qualcosa significa giudicare e imporre, io invece difendo i bambini che non hanno voce, ma il diritto di nascere”.

E il diritto di abortire?

“Spesso le donne lo fanno perché non hanno i soldi, o perché la cultura ci ha insegnato che farlo è normale. Spieghiamo loro che possono dargli la vita e poi affidarlo a due genitori che lo vogliono. Uomo e donna, ovviamente”.

Niente coppie omosessuali?

“Io non ho pregiudizi, ma è un peccato. Come tradire un marito o fare sesso fuori dal matrimonio”.

Lei è sposata?

“Ho avuto un matrimonio, per poi avere la dichiarazione di nullità dalla Curia: c’era un vizio nel vincolo”.

E ha figli?

“Sì, ha trent’anni: l’ho avuta giovanissima, a 23. E infatti tutti volevano farmi abortire, ma sentivo che quello era un peccato senza ritorno. C’era una sola mia collega che mi diceva: vai avanti. Poi, ero andata a dirlo al sacerdote: mi aveva messo una mano sulla pancia e mi aveva detto ‘Non farti del male'”.

Come ha letto quelle parole?

«Il vero male, se uccidi tuo figlio, lo fai a te stessa. Le madri rimangono madri, anche del figlio che hanno ucciso, e la donna soffrirà per sempre, sentirà sempre questa frattura con Dio».

Ma perché volevano farla abortire?

“Perché non ‘era il momento’. E poi, non ero sposata”

Ma questo non è un peccato?

“Anche io ho fatto i miei errori. L’ho vissuta malissimo, ma è stato un momento di debolezza: era appena morto il mio fidanzato, caduto dal quinto piano. Mi hanno fatto credere che per amare di nuovo ci fosse bisogno di fare l’amore. Non era vero. Ma quell’errore è diventato la cosa più bella della mia vita: il respiro di mia figlia è diventato il mio (…)”.

Fonte: Ansa, Corriere della Sera, video AlaNews

 

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