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Un uomo entra in chiesa e ruba 900 euro, il parroco pubblica il video: “Erano per i bisognosi, redimiti”

“La cosa che più mi dispiace è che il furto che abbiamo subito ha conseguenze sui bisogni di chi vive in condizioni di fragilità sociale ed economica. Vorrei che l’autore lo capisse e che possa redimersi”.

Un uomo entra in chiesa e ruba 900 euro, il parroco pubblica il video: “Erano per i bisognosi, redimiti” (foto da video) – Blitz Quotidiano

Ruba 900 euro in chiesa a Ruvo di Puglia

Dalla voce di don Ignazio Gadaleta, parroco della chiesa dedicata a San Michele arcangelo di Ruvo di Puglia (Bari), emerge il dispiacere per quanto avvenuto dieci giorni fa quando una persona ha portato via quasi 900 euro conservati nel cassetto della scrivania nella sacrestia.

Don Ignazio ha pubblicato il breve filmato del furto. Dura poco più di un minuto. Si vede un uomo distinto, vestito di scuro, con un borsello a tracolla, che entra nella stanza mentre parla al cellullare. In chiesa è appena finita una messa e ne sta per iniziare un’altra.

“C’era molta confusione e io sono stato imprudente: avrei dovuto chiudere la porta a chiave“, commenta don Ignazio, 38 anni e tono pacato. Il ladro cammina su e giù per la stanza, si avvicina dopo un po’ alla scrivania, apre il cassetto, acciuffa qualcosa, lo richiude e va via.

Il video del furto sui social

“Ho subito sporto denuncia ai Carabinieri a cui, naturalmente ho consegnato il filmato. L’ho guardato più volte ma non so chi sia quell’uomo”, continua don Ignazio che ha postato sui social i frame senza oscurare il volto di chi gli ha portato via il malloppo.

“L’ho fatto per mettere in guardia, per sensibilizzare chiunque lo riconosca a fare attenzione”, spiega. I carabinieri stanno effettuando le indagini e pare che il responsabile del furto non sia inserito nei database delle forze dell’ordine. “Mi dispiace che questa persona non si sia resa conto che quanto ha rubato sarebbe servito per aiutare gli ultimi della comunità oltre che per le tante spese ordinarie e straordinarie”, conclude con rammarico.

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Lorenzo Briotti