Ungheria, lavori forzati per i rom: il video-denuncia

Pubblicato il 22 Settembre 2011 - 19:31 OLTRE 6 MESI FA

BUDAPEST, 22 SET – Rom costretti a zappare nei campi, pulire le strade, estirpare erbacce e altro ancora se non vogliono perdere i 200 euro al mese di sussidio di disoccupazione. Succede in Ungheria, a Gyongyospata. Nella nazione in cui gli ultranazionalisti di estrema destra Jobbik si fanno sentire e raccolgono consensi, la soluzione alla disoccupazione trovata dal Parlamento di Budapest è stata di costringere tutti i senza lavoro a rendersi utili alla comunità.

Otto ore di lavori forzati per non perdere il sussidio. Considerato che in Ungheria la disoccupazione è alta soprattutto tra i nomadi, e in particolare tra quelli di etnia rom (circa 300mila), tali sono la gran parte dei “lavoratori forzati”.

Peccato che, come ha dimostrato un servizio della televisione belga RTBF, gli stessi lavori compiuti in diversi giorni dai disoccupati rom potrebbero essere svolti, con i mezzi adeguati, in poche ore.

E se i militanti di Jobbik gioiscono del progetto approvato dal Parlamento, a contestarlo è l’opposizione socialista ungherese, che ha definito la pratica “paragonabile ai campi di lavoro sovietici e nazisti”. La denuncia è arrivata fino a Bruxelles, dove il 20 settembre è stata affrontata dalla Commissione europea.

Secondo i socialisti, il piano di “lavori socialmente utili” è discriminatorio  perché applicato solamente ai disoccupati quell’etnia, oltre che per la paga da fame. Ma il premier conservatore Viktor Orban fa finta di nulla.