PORT SAID, EGITTO – Settantaquattro morti e duecentoquarantotto feriti per gli incidenti nel corso di una partita di calcio: gli scontri di mercoledì a Porto Said, in Egitto, riportano alla mente disgrazie più gravi accadute negli stadi di tutto il mondo: dall’Heysel – nome tragicamente famoso nella storia del calcio italiano e mondiale – a Sheffield, tra scontri violenti, crolli, calche fatali gli stadi si trasformano a volta il luoghi maledetti.
Il dramma che coinvolse il maggior numero di tifosi italiani rimane quello dell’Heysel, a Bruxelles, dove il 29 maggio 1985 prima della finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus, sotto la spinta violenta degli hooligans inglesi la curva Z e i suoi spettatori fu teatro di morte, col crollo di una balaustra: i morti furono 39 (32 italiani), 257 i feriti.
Tre anni prima, l’11 maggio del 1982, fu invece un incendio delle gradinate in legno del vecchio stadio di Bradford, in Inghilterra, a provocare la morte di 56 persone. Altro gravissimo episodio quello accaduto a Sheffield, in Inghilterra il 15 aprile 1989, prima della semifinale di Coppa d’Inghilterra tra Liverpool e Nottingham Forest: la pressione del pubblico per entrare nello stadio già pieno provoca lo schiacciamento di centinaia di persone sulla rete di protezione del terreno di gioco, i morti sono 95, 170 i feriti.
Il sovraffollamento è la causa anche della strage a Citta’ del Guatemala dove il 17 ottobre 1996 almeno 15.000 persone in più vengono fatte entrare in uno stadio che ne può contenere 45.000: bilancio pesantissimo, 89 morti.
La tragedia numericamente più grande resta comunque quella del 20 ottobre 1982, quando nello stadio Lenin di Mosca morirono 340 persone per il crollo di una balaustra durante Spartak-Haarlem di Coppa Uefa.
Un tragico record, che superò i 320 morti (con oltre mille feriti) della battaglia scoppiata nel 1964 a Lima dopo che in un Perù-Argentina, valido per le qualificazioni mondiali, era stato annullato un gol ai padroni di casa. Il video da YouTube