VIDEO YouTube Cigno Baldassarre ucciso da Isidoro Verna. Tutto il paese lo cerca

lago Sirio, tutti contro l'uomo che ha ucciso il cigno Baldassarre
Lago Sirio, tutti contro l’uomo che ha ucciso il cigno Baldassarre

TORINO – Ha ucciso il cigno Baldassarre, e l’ha pure confessato. Isidoro Verna ora è l’uomo più ricercato della provincia di Torino. Perché gli abitanti della zona amavano quell’uccello del lago Sirio e hanno giurato vendetta contro il suo killer. Il lago Sirio si trova tra Ivrea e Chiaverano. Isidoro Verna, un sub professionista della zona, lo avrebbe ucciso per difendersi. L’animale, secondo quanto racconta, mentre nuotava nel lago lo ha attaccato. Ma dopo aver confessato l’omicidio si è dileguato. E in paese non l’hanno presa benissimo, visto che, dopo la denuncia penale, la questione è arrivata anche in Consiglio comunale. E per strada non si parla d’altro.

Scrive Giampiero Maggio sul Secolo XIX che

“Sul caso di Baldassarre si è mobilitata un’intera comunità. C’è chi ha assistito alla scena e chi, come Ilze Svike Svitina, una ragazza Lettone da due anni in Italia, con lo smartphone ha immortalato il cigno in compagnia del suo assassino. L’immagine è stata scattata pochi attimi prima che Verna afferrasse il collo del volatile: «Ma erano già lontani dalla mia visuale – racconta -, non ho visto la scena della sua uccisione. Ricordo soltanto che i due nuotavano insieme. A me interessava fotografare Baldassarre, ma con lui c’era sempre quell’uomo». A notare la scena dell’uccisione. invece, è stata una donna, che però non è ancora stata rintracciata: «Non c’è stata alcuna aggressione da parte dei cigno, ha fatto tutto quell’uomo». C’è chi, però, prova ad alleggerire la posizione di Verna: «Baldassarre? Lo amavamo tutti ma è vero anche che spesso c’è stato chi, in passato, lo ha molestato e il cigno è diventato aggressivo», racconta Luca Revel Chion, titolare del ristorante il Vecchio Cipresso, due passi dal lago”.

Sempre Maggio parla dell’introvabile Verna:

“Al citofono di casa non risponde nessuno. Il telefono squilla a vuoto. Isidoro Verna, il geometra di 55 anni che ha confessato di aver ucciso, strozzandolo, il cigno reale «Baldassarre», simbolo da 15 anni del lago Sirio, specchio d’acqua tra le colline che circondano Ivrea e Chiaverano, nel Torinese, si è dileguato: «E’ andato da alcuni parenti. Ed è meglio per lui», tagliano corto in paese. Gli insulti e le minacce A spiegare le sensazioni di quest’uomo di mezza età finito alla gogna mediatica è il suo avvocato, Piefranco Sado: «E’ turbato per tutto il clamore che questa storia sta suscitando, non se l’aspettava». Basta sfogliare le migliaia di pagine dedicate al caso e date in pasto ai social network per percepire il tenore dell’indignazione, in alcuni casi anche la violenza verbale, di chi continua a lasciare commenti sulla vicenda. C’è chi si limita a condannare, chi esprime parole di solidarietà all’animale e c’è chi, invece, va molto oltre. «Se ha paura di vendette o ritorsioni? No, però il mio cliente è scosso», spiega il suo legale”.

Intanto nei confronti del sub è stata fatta una denuncia penale. E la questione è finita anche in consiglio comunale:

“Verna è stato denunciato penalmente. Ieri, a Castellamonte, dove vive, in molti gli hanno puntato il dito riservandogli parole non proprio gentili: «Non dovevamo finire agli onori delle cronache per una vicenda così triste e squallida» si sfoga Giovanni Maddio, esponente della giunta comunale. Verna, intanto, la ricostruzione di quel pomeriggio di quattro giorni fa l’ha fatta ai carabinieri, che in un giorno e mezzo lo hanno rintracciato e, grazie ad alcuni testimoni, hanno risolto il caso. «Sono arrivato al lago alle 17, ho indossato la muta e mi sono immerso». Il geometra è un abile nuotatore, è vice presidente di Canavese Triathlon, quelle rive le conosce come le sue tasche. Così come conosceva Baldassarre. Lo aveva incontrato in tante occasioni e anche il pomeriggio di mercoledì. Verna racconta: «Nuotavo, il cigno mi seguiva ma dopo 100 metri mi ha superato e si è messo di fronte. Poi ha aperto le ali attaccandomi. Ho provato a parare i colpi che mi sferrava con il becco e di respingerlo». Tutto inutile: «E allora l’ho afferrato per il collo immergendolo in acqua. Volevo farlo desistere, non certo ucciderlo». Verna ha poi proseguito raggiungendo l’altra sponda. Tornando, però, ha notato le piume galleggiare: «Non ho visto più il cigno. Sinceramente pensavo fosse ancora vivo».

 

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