YOUTUBE Cirino Pomicino a Di Pietro: “Vediamo chi ha rubato”

Cirino Pomicino a Di Pietro: "Vediamo chi ha rubato"
Cirino Pomicino a Di Pietro: “Vediamo chi ha rubato”

ROMA – Cirino Pomicino ad Antonio Di Pietro: “Vediamo chi ha rubato”. Finisce con uno scontro in studio il dibattito tra Antonio Di Pietro e Cirino Pomicino a Fuorionda in onda su La7. Si tratta di uno scontro da prima Repubblica: l’ex magistrato di Mani Pulite accusa di corruzione la classe politica italiana degli anni ’80 e di aver creato un debito pubblico enorme che ora grava sulle spalle dei cittadini. Cirino Pomicino, democristiano doc finito nelle inchieste di Mani Pulite, si lascia andare ad una replica senza freni: “Questo è un ignorante e un mascalzone. Lo sfido: vi chiedo di fare una verifica patrimoniale a me e a Di Pietro per vedere chi ha rubato e se ha rubato”.

Che tra Di Pietro e Pomicino non corresse buon sangue non è una novità. La puntata in onda su La7, è dedicata a Tangentopoli e al caso Banca Etruria. A far infuriare Cirino Pomicino le dichiarazioni di Antonio Di Pietro: ”Il debito pubblico di oggi è una conseguenza delle tangenti di allora. Quindi”, incalza l’ex magistrato, ”quelli che vogliono fare revival si mettano una mano sulla coscienza”.

Cirino Pomicino, come racconta Wilkipedia ha ricoperto diversi incarichi di governo durante la Prima Repubblica:

“Dopo essere stato negli anni settanta consigliere e assessore del Comune di Napoli entra alla Camera (eletto nel 1976, 1979, 1983, 1987 e 1992), diventa presidente della commissione Bilancio della Camera tra il 1983 e il 1987 (che gestisce, secondo i suoi detrattori, con metodi clientelari) quindi ministro della Funzione Pubblica del Governo De Mita (1988-1989) e Ministro del bilancio e della programmazione economica del Governo Andreotti VI (1989-1992)”.

“Legato a Giulio Andreotti, al quale porta voti e clienti, aderiva alla sua corrente utilizzando metodi concertativi e l’interazione permanente con partiti alleati e con l’opposizione. Insieme a Carmelo Conte, Francesco De Lorenzo e Giovanni Prandini formava la cosiddetta “banda dei quattro”, definizione coniata dal democristiano Guido Bodrato e utilizzata dalla sinistra per sottolineare la natura predatoria del gruppo (…)”.

“Il democristiano Pomicino, il liberale De Lorenzo e il socialista Di Donato vennero invece definiti I viceré e alcuni li descrivono come i “veri padroni di Napoli per oltre un decennio”. Pomicino viene coinvolto nella cosiddetta tangentopoli fin dal 1993, con una prima richiesta di autorizzazione a procedere inviata dalla Procura di Foggia alla Camera dei deputati il giorno di San Valentino. L’aula respinse a larga maggioranza le richieste della Procura ma qualche mese dopo venne riformata la disciplina dell’immunità parlamentare e così nel 1994 Pomicino venne rinviato a giudizio per due distinte accuse (da cui venne poi prosciolto 12 anni dopo). Da allora fu coinvolto in diverse inchieste e in totale ebbe 42 processi”.

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