YOUTUBE Consiglieri Messina inquisiti: gettone sì, aula no

YOUTUBE-Consiglieri Messina assenteisti: gettone sì, aula no
YOUTUBE-Consiglieri Messina assenteisti: gettone sì, aula no

MESSINA – I consiglieri comunali di Messina intascavano il gettone, ma non si presentavano ai lavori in aula. Un caso di assenteismo che nel 2014 è costato quasi un milione di euro al Comune e che è stato smascherato da un filmato della Polizia di Stato. Per 12 politici colti in flagrante e inquisiti il gip ha disposto l’obbligo di firma dai vigili urbani. Agli atti anche le intercettazioni dei consiglieri, che dicevano: “Io voglio questa indennità, a me di fare le commissioni non me ne importa niente”. E il record è andato al capogruppo del Pd, con 20 secondi di presenza in aula.

Alessandra Ziniti su Repubblica Palermo scrive che  per i consiglieri comunali il gip di Messina, Maria Militello, ha firmato una sorta di Daspo, obbligandoli alla firma nell’ufficio della Polizia municipale prima e dopo la sessione in aula a Palazzo Zanca per testimoniare la loro presenza ai lavori della commissione di cui fanno parte:

“Ecco i nomi degli inquisiti: Carlo Abbate (Pd), Pietro Adamo (Movimento Siamo Messina), Pio Amadeo (Movimento Articolo 4), Angelo Burrascano (Il Megafono-Lista Crocetta), Giovanna Crifò (Forza Italia), Nicola Salvatore Crisafi (Ncd), Nicola Cucinotta (Pd), Carmela David (Udc), Paolo David (capogruppo Pd), Fabrizio Sottile (Movimento Siamo Messina), Benedetto Vaccarino (Pd) e Daniele Santi Zuccarello (Movimento progressisti democratici). Il record della permanenza-lampo in commissione è del capogruppo Pd Paolo David che ai lavori è riuscito a partecipare per soli venti secondi. E alcune conversazioni intercettate dalla Digos non lasciano spazi a dubbi sulla condotta dei consiglieri assenteisti: “Io voglio questo c…di indennità. A me di fare le commissioni non me ne fotte niente, io voglio solo l’indennità”.

L’inedito provvedimento “cautelare” è stato firmato dal giudice nei confronti di dodici consiglieri comunali indagati per truffa, abuso d’ufficio e falso ideologico. Secondo la Digos, che ha condotto le indagini con l’ausilio di telecamere piazzate all’interno del Comune, sarebbero loro i principi della truffa che, grazie alle false partecipazioni a ben 39 sedute di commissioni consiliari al mese, consentiva ai consiglieri di incassare l’indennità massina aggiuntiva di 2.184 euro al mese.

Nonostante, dopo l’esplosione dello scandalo dei gettoni di presenza, il consiglio comunale di Messina avesse dimezzato il compenso, da 100 a 54 euro, a seduta, i consiglieri non avevano avuto esitazione a segnarsi presenti nel numero massimo di sedute consentite per garantirsi l’indennità aggiuntiva. E così, la più parte di loro, entravano a Palazzo Zanza, firmavano la presenza e andavano via senza neanche attendere l’inizio dei lavori o dopo pochi minuti. E dall’enorme numero di sedute di commissione venivano partoriti pochissimi provvedimenti che poi approdavano in aula.”

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