LONDRA – Video della mamma terrorista della Jihad, Grace ‘Khadija’ Dare, la mamma di Isa, Jihadi Junior, il bimbo Isis di 4 anni, che, vestito in mimetica da Jihadista, promette la morte agli infedeli nel finale del video di Jihadi John II è apparsa nel 2013 in un servizio giornalistico della tv inglese Channel 4.
Il video di Grace ‘Khadija’ Dare, cittadina britannica di origini nigeriane, cristiana convertita alla fede Islam, è stato girato ad Aleppo, in Siria e ritrae la normalità, di fa per dire, della vita quotidiana di una famiglia di combattenti per la Jihad islamica. Miseria, disordine, valigie come armadi e mitra sul pavimento o appoggiati ai muri. I fucili mitragliatori AK-47 compaiono dappertutto, durante la spesa al supermercato come sul letto, durante il relax.
Oltre a Grace ‘Khadija’ Dare compaiono i figli e il marito, Abu Bakr, di provenienza svedese, che Grace ‘Khadija’ Dare ha sposato 4 anni fa con un matrimonio combinato dalla madre di lui. I bambini razzolano fra mitragliatori e blocchi di Lego.
La coppia viveva dello stipendio di lui come combattente islamico, 150 dollari al mese. Ora Abu Bakr è morto, in un momento successivo alle riprese del video, in uno scontro a fuoco. Probabilmente Isis si farà carico della vedova.
Anche i combattenti Islam litigano, si vede nel video, ma non per i motivi di tutte le normali copie ma su chi dei due impugna la migliore mitraglietta. Lui dice che la sua è migliore perché ha il calcio in legno massiccio, lei preferisce la sua, più leggera e comoda per andare in giro per negozi.
Grace ‘Khadija’ Dare appare nel video completamente velata, tranne lo spazio per i grandi e vivaci occhi neri. Velata è anche la sua vicina, con la quale va al supermercato, entrambe armate di mitra, a comprare “hummus, pannolini e un secchio”.
Grace ‘Khadija’ Dare esalta nel video le virtù dell’Islam:
“Non sono oppressa. Se fossi oppressa, ora non sarei una musulmana. Se avessi pensato che Islam era una religione oppressiva, avrei lasciato l’Islam. Islam mi ha reso libera “.
Parla inglese perfettamente, con l’accento tipico che tradisce le sue origini africane e la sua residenza precedente, nel Sud di Londra. Si rivolge agli altri musulmani:
“Smettete di essere egoisti, concentrati sulle vostre famiglie o i vostri studi. Unitevi alla Jihad in Siria”.
Il marito, Abu Bakr, è ripreso mentre si aggira per la casa con il suo AK.47 in spalla, che appoggia a una parete con altre armi quando si siede sul pavimento per giocare al Lego con il bambino. Poi lo si vede sdraiato su un materasso appoggiato al pavimento per un breve riposo prima di uscire, col buio, per il turno di guerriglia.
Due giornalisti del Daily Mail, Simon Tomlinson e Amanda Williams, hanno ricostruito la vita di Grace ‘Khadija’ Dare quando viveva a Londra. Niente di più diverso. Paffuta, con le fossette nelle guance, adorava la cucina della mamma, indossava jeans aderenti e zatteroni, portava l’apparecchio nei denti e guardava il football in tv. A scuola, ha studiato media, film, psicologia e sociologia ed era molto conosciuta fra gli altri ragazzi. La conversione è arrivata a 18 anni, quando ha cominciato a frequentare un centro islamico della sua zona, frequentato anche da un imam radicale, Abu Hamza, e da futuri terroristi.
Girava velata anche negli ultimi tempi a Londra. Lei stessa ha raccontarto che qualcuno in strada le ha detto di “tornare al suo Paese” e che lei ha risposto: “Sono nata dietro l’angolo”
Grace ‘Khadija’ Dare non ha avuto il coraggio di dire ai genitori che sarebbe andata in Siria. Ha detto loro che andava in Egitto per completare i suoi studi.
Il padre di Grace ‘Khadija’ Dare, Henry, ha 59 anni e fa il taxista a Londra. Ha detto di avere parlato al telefono con Isa proprio pochi giorni prima che Isis mettesse on line, verso Capodanno, il video in cui il bambino compare promettendo morte. Al nonno il piccolo Isa avrebbe detto:
“Please, save me. Vi prego, salvatemi”.