ROMA – The Revenant di Alejandro Gonzales Inarritu è il film che ha collezionato più nomination per gli Oscar 2016. Tra gli altri, ha la nomination per le statuette di miglior film, miglior regista, miglior attore protagonista (Leonardo DiCaprio), miglior attore non protagonista (Tom Hardy).
“Faceva così freddo che non si riusciva a tenere gli occhi aperti”, dice Leonardo DiCaprio. Se è vero che sacrifici e difficoltà sono un buon viatico per la vittoria di un Oscar, allora questa volta ha finalmente buone possibilità di portarsela a casa, la tanto agognata statuetta. Sarebbe la volta buona, dopo i tentativi andati a vuoto – spesso scatenando ironie e polemiche – con film come Titanic, Blood Diamond, The Aviator, Shutter Island, Inception e, l’anno scorso, Il Lupo di Wall Street. Se succederà sarà merito di The Revenant – Redivivo, il film di Alessandro Gonzalez Inarritu, in uscita in Italia il 14 gennaio, che racconta la storia di un personaggio realmente vissuto nell’America di inizi Ottocento: Hugh Glass, cacciatore di pellami che, dopo essere stato ferito da un orso, fu derubato e abbandonato a se stesso dai due uomini che aveva pagato perché lo aiutassero a guarire (interpretati da Tom Hardy il protagonista di Mad Max: Fury Road e Will Poulter).
“Non ho più paura di morire ormai, perché sono già morto”, dice Glass, che riesce a sopravvivere. Quando recupera la forza, si mette alla ricerca dei compagni che l’avevano abbandonato e si vendica. Realizzato adattando per il grande schermo il romanzo di Michael Punke, il film è stato definito dal regista Inarritu, che lo scorso anno ha vinto, lui sì, l’Oscar per Birdman, come “uno dei film più difficili della mia carriera, caratterizzato da problemi fisici, psicologici, finanziari, ritardi e sacrifici”. E se le difficoltà ci sono state per il regista e la sua troupe, ancora di più ha dovuto patire Leonardo DiCaprio, che ha girato buona parte del film sdraiato sulla neve del Canada o dell’Argentina, in luoghi dove la temperatura raggiungeva anche i 40 gradi sotto zero.
“Per trovare la neve, in un inverno particolarmente asciutto, abbiamo raggiunto la punta estrema dell’Argentina – racconta DiCaprio – la Terra del Fuoco, andando fino alla città più meridionale del pianeta. Quando abbiamo girato nel fiume ghiacciato, in cui indossavo una pelliccia d’alce e una d’orso che pesavano circa 45 chili, ho rischiato ogni giorno l’ipotermia. È capitato che la temperatura scendesse così tanto da non riuscire a tenere gli occhi aperti. C’erano momenti in cui nemmeno le attrezzature funzionavano più molto bene”.
Addentare un pesce vivo o il fegato crudo di un bisonte, infilarsi nella carcassa di un cavallo, venire ricoperto di formiche, svegliarsi alle 3 del mattino per essere sottoposto a ore di trucco, prima di buttarsi nella tormenta. Se tutto questo non dovesse portare all’Oscar, allora a DiCaprio rimarrebbero davvero ben poche cartucce per entrare nelle grazie dei votanti dell’Academy, ma lui giura di non averlo fatto per i premi e di essersi sottoposto a tanti patimenti solo per portare a termine un percorso: “Girarlo ha rappresentato una sorta di percorso esistenziale, sia per me che per Alejandro, perché rappresentava la perfetta fusione di violenza e bellezza, ed è proprio questo che volevamo: mettere in scena la brutalità e la bellezza della natura”.
Il film ha debuttato a Natale negli Usa in solo quattro sale cinematografiche, incassando un po’ meno di 500 mila dollari. Il secondo miglior debutto di sempre. L’uscita limitata è il trucco usato dalla Industry per far concorrere il film all’Oscar e nello stesso tempo istillare curiosità nel pubblico. Se Inarritu e i produttori riusciranno a rifarsi del 135 milioni spesi nella realizzazione del film, è ancora difficile dirlo (Jobs, il film sul fondatore della Apple, aveva fatto molto bene nel weekend di apertura ma alla fine si è rivelato un clamoroso flop al botteghino). Per Revenant molto dipenderà dai suoi successi durante la stagione dei premi, appunto, intanto il film può contare su quattro nomination ai Golden Globe compresa quella per il migliore attore, a DiCaprio.