NEW YORK – A meno di due settimane dall’avvio delle primarie la campagna elettorale americana promette ancor più fuochi d’artificio. A fianco del vulcanico e incontenibile Donald Trump è infatti scesa in campo Sarah Palin, l’effervescente ex governatrice dell’Alaska assurta agli onori delle cronache mondiali quando nel 2008 fu candidata alla vicepresidenza dal senatore repubblicano John McCain, battuto da Barack Obama.
Intanto in campo democratico cattive notizie per Hillary Clinton: l’ultimo sondaggio della Cnn sul New Hampshire, lo Stato dove si voterà per le primarie il 9 febbraio, vede il senatore Bernie Sanders staccarla di ben 27 punti con il 60% delle preferenze. Un brutto colpo per la Clinton che vede assottigliarsi anche il vantaggio che ancora ha a livello nazionale.
Ma la notizia del giorno è di sicuro l’annuncio dell’ endorsement della Palin nei confronti del tycoon newyorchese, arrivato in Iowa dove il primo febbraio voteranno i caucus, le assemblee di elettori. E dove ad insdiare Trump c’è l’ultra conservatore Ted Cruz. E la Palin può rivelarsi una carta più che efficace proprio per contrastare l’ascesa del senatore texano, oltre che per intercettare quell’elettorato fedele al movimento antitasse dei Tea Party finora scettico nei confronti di Trump.
“Sono orgogliosa di sostenere Donald”, ha affermato l’ex reginetta proprio dei Tea Party. Trump ringrazia: “Sono enormemente onorato. Sarah è un’amica, una personalità di spicco per la quale ho grande rispetto”. E c’è da aspettarsi ‘spettacolo’ da due personaggi sicuramente anticonformisti che, al di là della politica e degli affari, sono diventati entrambi star televisive, abituate a stare sotto la luce dei riflettori.
Di sicuro – sottolineano gli osservatori – Palin avrà l’effetto di alimentare ulteriormente il circo mediatico attorno al già incontenibile Trump. Circo mediatico che finora ha rappresentato anche la forza di un candidato che, prima che dagli avversari democratici, viene visto con diffidenza e con fastidio, dall’establishment del suo stesso partito. Quei vertici del Grand Old Party (il partito repubblicano) che avevano piuttosto puntato su candidati come Jeb Bush o Marco Rubio.
Per la Palin, decisamente in ombra negli ultimi tempi, è poi un’occasione per rilanciarsi, per rimettersi in pista. E chissà che Trump non le faccia la proposta di un ticket che la ricandidi alla vicepresidenza. E’ comunque un’altra donna destinata a movimentare la campagna elettorale della destra americana, dopo una serie di performance finora impalpabili della candidata Carly Fiorina, ex amministratrice delegata di Hp.
Dall’altra parte c’è Hillary Clinton, che deve fare i conti non solo con un Bernie Sanders in ascesa, ma anche con l’incubo dello scandalo delle e-mail che continua a perseguitarla. Alcune di queste infatti – riporta la repubblicana Fox News – sarebbero state super ‘top secret’ e, nonostante ciò, scambiate su un server privato di posta elettronica, invece che su quello del Dipartimento di stato.